Economia
Pensioni d'oro: Finocchiaro, Bertinotti, Petruccioli... Ecco a chi le paghiamo
Pensioni d'oro, un esercito di parlamentari che prendono anche la pensione per la loro professione (non svolta) di sindacalisti-giornalisti-professori
Uno dei casi più eclatanti è quello di Anna Finocchiaro. Dopo 31 anni di vita parlamentare (è stata deputata, senatrice e anche due volte ministro), l'esponente Pd è tornata infatti alla sua carriera di magistrato. Forte di un vitalizio di 9mila euro lordi al mese come servitrice dello Stato, lavorerà ancora qualche anno per portare a casa anche la pensione da magistrato. Pensione che non sarà di poco conto visti anche gli avanzamenti di carriera avuti in questi 31 anni mentre svolgeva un altro lavoro, quello di parlamentare.
Beata lei, sì, ma chi ha pagato questa pensione? Chi ha versato i contributi della Finocchiaro (e di tanti altri) se la Finocchiaro li versava come parlamentare? Lo spiega La Verità, in un lungo articolo in cui rivela le pensioni d'oro dei tanti politici e giornalisti-sindacalisti-magistrati-professori.
La risposta purtroppo è molto semplice: a pagare siamo noi. Già, perché i contributi cosiddetti figurativi, che queste persone hanno maturato e che riscuoteranno nell'assegno pensionistico, sono appunto solo nominali, ovvero regalati dallo Stato.
E la Finocchiaro è in buona, e nutrita, compagnia. La Verità fa infatti l'elenco dei pensionati d'oro, e a scorrerlo si capisce come si arrivi ai 150 milioni che, stando al presidente dell'Inps, Tito Boeri, ci costa ogni anno questo esercito di super-pensionati.
Partimo dai giornalisti. Clemente Mastella, 6.900 euro lordi di vitalizio, dal 2000 incassa anche la pensione maturata per il suo lavoro di ben 396 giorni da giornalista Rai.
Come lui, Gianfranco Fini, Massimo D'Alema, Claudio Petruccioli (ex direttore dell'Unità), Francesco Storace, Paolo Bonaiuti e Marco Follini. Non sappiamo però quanto ci siano costati perché l'lnpgi, la cassa di previdenza di categoria, ha sempre custodito gelosamente le liste dei contributi figurativi richiesti.
Stesso discorso per i professori universitari. Romano Prodi, per esempio, prende tre pensioni, per un totale di 14.000 euro lordi: la pensione che percepisce da ex docente (4.246 euro lordi) è fondata anche su contributi figurativi? Probabile, anche se non è dato sapere.
Paolo Cirino Pomicino, ex ministro, con vitalizio di 5.573 euro netti, percepisce anche una pensione da medico, per dieci anni di lavoro al Cardarelli di Napoli fra il 1966 e il 1976. "È vero, prendo 2.600 euro netti al mese come medico - ha detto - ma ho riscattato gli anni della laurea. E ho versato una parte dei contributi, accanto a quelli figurativi pagati dallo Stato".
Non si hanno dettagli dei contributi figurativi neppure per Antonello Soro, attuale presidente dell'Authority per la Privacy, che allo stipendio da 20.000 euro al mese somma un vitalizio da ex consigliere regionale (5.371 euro lordi) e una pensione da ex medico ospedaliero, per l'appunto, da 6.000 euro lordi al mese.
Luciano Violante prende da magistrato 7.300 euro lordi, 4.700 netti, pur avendo svolto la professione solo 13 anni e un vitalizio da parlamentare di 5.800 euro netti. Publio Fiori arriva a prendere 22.000 euro netti al mese, grazie all'agevolazione fiscale per le vittime del terrorismo e al riconoscimento di una ricca pensione ex Inpdap da avvocato di Stato (14.590 netti). Vincenzo Scotti, l'ex Tarzan della Dc, è entrato nel palazzo 1968 e ci è uscito soltanto nel 2011: prende anche una pensione da dirigente industriale da quasi 3.000 giuro al mese. E i contributi?
Discorso a parte meritano i sindacalisti. Per loro infatti fu varata una famosa legge nel 1974 che di fatto ha regalato la pensione, a 40.500 dirigenti del sindacato e funzionari di partito. Uno scherzetto che, secondo alcuni calcoli, sarebbe costato alle casse dell'lnps 10 miliardi. Il libro-inchiesta "L'altra casta" di Stefano Livadiotti cita fra gli altri beneficiari Franco Marini, Fausto Bertinotti, Pietro Larizza, Ottaviano Del Turco.