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Economia
Pensioni: usuranti e precoci, quota 41 e mini pensioni: caos RIFORMA PENSIONI

Pensioni: usuranti e precoci, quota 41 e mini pensioni: ancora caos sulla RIFORMA PENSIONI

PENSIONI, AGITAZIONI CONTRO LA RIFORMA PENSIONI

Martedì 18 ottobre il gruppo online Lavoratori precoci uniti a tutela dei propri diritti ha organizzato un presidio davanti a Montecitorio per protestare contro le novità per le pensioni di mini pensione e quota 41 e rilanciare su novità per le pensioni più profonde. Quindi il 22 ottobre a Bologna il gruppo Giovani, Lavoro, Pensione di Franco Rizzo ha organizzato un’altra manifestazione di protesta contro le attuali norme pensionistiche e per rilanciare quota 41 per tutti.


PENSIONI E QUOTA 41


Quota 41. I precoci potranno uscire da lavoro se avranno versato almeno 41 anni di contributi dei quali non meno di dodici mesi dovranno riguardare il periodo giovanile della propria carriera lavorativa, ovvero prima dei diciannove anni di età.  Con questa riforma delle pensioni potranno beneficiare, inoltre, dell'annullamento delle penalizzazioni per chi scelga la pensione anticipata prima di aver compiuto i 62 anni di età. Tali penalizzazioni sono attualmente vigenti, ma la legge di Stabilità di un anno fa ne decretò la sospensione fino al 2017


Pensioni: Nannicini, da Cgil critiche politiche e no di merito


"Sulla previdenza ci saranno 7 miliardi, quindi piu' dei 6 annunciati. E anche la Cgil condivide sei misure: cumulo, precoci, usuranti, penalizzazioni, 14esima, no tax area, mentre esprime riserve su due, Ape e Ape sociale. Se decidesse di parlare solo di queste due, le motivazioni sarebbero politiche piu' che di contenuto. Abbiamo dato risposte promuovendo equita' e flessibilita', senza mettere a repentaglio i conti pubblici". Lo afferma Tommaso Nannicini, sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri, in una intervista a 'il Corriere della Sera'. Quanto al tema giovani "secondo la Corte dei Conti, gli interventi sulle pensioni hanno dato risparmi per oltre 30 miliardi all'anno. Usarne 2,5 per aiutare chi e' in condizioni di bisogno e introdurre un elemento di flessibilita' non toglie nulla ai giovani. E per loro ci sono interventi su decontribuzione, produttivita', formazione, accesso all'universita', partite Iva e cumulo gratuito. Oltre alla parte piu' innovativa del verbale coi sindacati, l'ipotesi di pensione contributiva di garanzia, su cui dobbiamo avviare subito una discussione". Circa il tetto all'Ape sociale, per la quale la si potra' chiedere a costo zero fino a 1.500 euro lordi, circa 1.200 euro netti "Non e' un tetto - precisa Nannicini - ma un reddito ponte, tassato come reddito da lavoro, quindi con un netto ancora piu' alto, circa 1.280 euro. L'80% degli agevolati ha pensioni piu' basse e quindi ricevera' la sua pensione piena. Gli altri potranno ricevere 1.500 euro o una cifra maggiore con costi minimi". Circa le critiche della Cgil verso la soglia dell'Ape sociale, cioe' i 30 anni di contributi richiesti ai disoccupati e i 36 ai lavoratori delle attivita' gravose "Nel verbale coi sindacati c'e' scritto che l'Ape sarebbe andata a chi aveva diritto a una pensione "d'importo non inferiore a un certo limite". Si parlava di 800-850 euro. Mettere il limite sui contributi e' pero' piu' equo, perche' agevola chi ha carriere lunghe ma redditi bassi. E per il limite di 36 anni, mutuato da quello per gli usuranti, varranno i periodi in ammortizzatori e disoccupazione, tutelando cosi' le carriere discontinue". Per accedervi "bastera' avere i requisiti. Poi, come per interventi simili, c'e' una clausola di monitoraggio, per cui, in caso di costi maggiori delle stime, potrebbe essere posticipato di qualche mese l'accesso all'Ape. Ma e' un elemento tecnico, puramente ipotetico. Circa 35mila persone all'anno rientreranno nell'Ape sociale"


PENSIONI, POLETTI E LA RIFORMA: APE E REDDITO PER APE SOCIAL
 

Un bonus per agevolare l'assunzione di giovani stagisti ed uno per spingere l'occupazione nel Mezzogiorno a favore di under 25 e disoccupati di lunga durata. Sul tavolo del ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, la carne al fuoco in questi giorni e' tanta. Non ci sono solo le pensioni, dagli aumenti alle pensioni piu' basse all'allargamento della "no tax area", al varo dell'anticipo pensionistico, "sulle quali - spiega in una intervista a 'La Stampa'- coi sindacati si e' fatto davvero un buon lavoro", ma c'e' anche la modifica degli incentivi a favore delle assunzioni, anticamera di un taglio strutturale del cuneo fiscale atteso nel 2018.

Circa il capitolo pensioni e alle risorse stanziate "la rifinitura finale dei conti ha portato a questo esito certamente positivo. Alla fine anche la manovra nel suo complesso e' cresciuta e abbiamo ottenuto delle risorse in piu'. Del resto questa e' una delle scelte forti di questa legge di bilancio non meno importante degli incentivi a favore degli investimenti". Quanto, invece, al reddito per accedere all'Ape social "Andava costruito un punto di equilibrio rispetto alle risorse che avevamo a disposizione tenendo presente tre parametri: il tetto dell'intervento pubblico, gli anni di contributi e le categorie di lavoratori interessati. Sono tre elementi che definiscono la platea e che devono stare assieme. E ne eravamo tutti consapevoli". Sulle critiche della Cgil "gia' nel verbale d'intesa si faceva riferimento ad una 'soglia minima'. E poi se per i lavori usuranti la legge prevede 35 anni di contributi minimi per andare in pensione coi requisiti pre-Fornero a chi fa lavori gravosi non se ne possono chiedere di meno. Per una questione di equilibrio". Per i lavori usuranti "Non cambiano le professioni individuate dalla legge - prosegue il ministro - ma vengono tolti una serie di picchetti e di requisiti che ne hanno fortemente limitato l'utilizzabilita' e che spostavano in avanti anche di 12-18 anni la loro pensione anticipata". Quanto al tema esodati "Per loro prevediamo un'ottava salvaguardia: che credo sia l'ultima, visto che a seconda delle categorie e' stata allungata di 12, 24, 36 mesi in modo tale da maturare i requisiti senza escludere piu' nessuno". "Il governo con questa manovra ha due obiettivi: spingere gli investimenti pubblici e privati e rilanciare i consumi interni. E in questa chiave anche le politiche sociali, su cui tanto stiamo investendo innanzitutto per una questione di equita', sono utili perche' rafforzano il clima di fiducia".

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