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Economia
Pfas ovunque, allarme nell'acqua potabile: il test per scovare le sostanze

Pfas, in arrivo il test fai da te per l'acqua potabile di casa 

Non s'arrestano gli allarmi riguardanti i Pfas, le sostanze perfluoroalchiliche considerate persistenti inquinanti, a causa della loro straordinaria resistenza agli agenti chimici e fisici. Introdotte negli anni '50 per conferire resistenza ai grassi e all'acqua a vari materiali, questi composti, che superano i 10.000, sono ormai diffusi in modo così esteso che sono penetrati in ogni livello della catena alimentare. Iniziano dalle falde acquifere e dai suoli, passando alle piante, agli animali e infine agli esseri umani. Uno studio europeo ha confermato la loro presenza nell'organismo di tutte le persone testate e ha evidenziato il loro effetto dannoso sui lipidi del sangue e sul sistema cardiovascolare.

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Nel frattempo, al Massachusetts Institute of Technology di Boston, è stato sviluppato un sistema altamente sensibile per rilevare alcuni PFAS nell'acqua potabile. Lo scrive il Fatto Alimentare.it. Questo sistema potrebbe diventare presto uno strumento comune, simile a uno stick, per il controllo dell'acqua del rubinetto direttamente a casa. Per confermare la diffusione diffusa dei PFAS e indagare sui loro effetti sui grassi nel sangue, i ricercatori del German Center for Neurodegenerative Diseases di Bonn, Germania, hanno analizzato il sangue di 2.500 residenti di Bonn e Leiderdorp, Paesi Bassi, di varie età. Hanno focalizzato la loro attenzione su tre PFAS comuni: l'acido perfluoroottanoico (PFOA), l'acido perfluoroottansolfonico (PFOS) e l'acido perfluoroesansolfonico (PFHxS). I risultati hanno confermato la presenza di questi composti nel sangue di tutte le persone testate, senza differenze significative tra i due paesi. Inoltre, è emersa una correlazione tra la presenza di PFAS e alterazioni negative dei lipidi del sangue, inclusi livelli aumentati di colesterolo, HDL, LDL e trigliceridi. In particolare, i danni sembrano essere più evidenti nei soggetti più giovani.

Per affrontare il problema della contaminazione da Pfas nell'acqua potabile, gli ingegneri del MIT hanno sviluppato un sistema di rilevamento basato su una tecnologia a flusso laterale, simile a quella utilizzata nei test rapidi per il Covid o la gravidanza. Questo sistema utilizza un polimero chiamato polianilina che, quando entra in contatto con sostanze acide come i Pfas, passa da un comportamento semiconduttore a uno conduttore. Il sistema rileva questo cambiamento delle caratteristiche elettriche per segnalare la presenza di Pfas nell'acqua, fornendo anche una stima quantitativa della loro concentrazione. Anche se la sensibilità del test è già alta, può rilevare concentrazioni di Pfas fino a 400 parti per trilione di PBFA e 200 parti per trilione di PFOA. Tuttavia, rimane ancora lontano dal limite massimo consentito per l'acqua potabile. Nonostante ciò, questo metodo rappresenta uno dei più sensibili sviluppati finora e potrebbe diventare un test domestico accessibile nel prossimo futuro, consentendo alle persone di monitorare regolarmente la qualità dell'acqua per proteggere la propria salute e quella dei loro familiari.






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