Economia

Pil, Nadef: -9% l'impatto dell'epidemia. Tre anni per ritornare al 2019

Il livello della ricchezza nazionale. La bozza della Nadef

L'impatto del Covid? Un crollo del Pil del 9%, circa 1 punto percentuale in più rispetto alla previsione del Programma di Stabilità di aprile, ma "già nel 2021 si ipotizza il ritorno alla crescita e il raggiungimento del livello del Pil reale registrato nel 2019 alla fine dell’orizzonte di previsione". Sono le previsioni contenute nella bozza della Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanze (Nadef) preparato dal Ministero dell'Economia Roberto Gualtieri e che arriverà in serata in Consiglio dei ministri.

Il documento contiene il quoadro macroeconomico in cui si esplicherà l'azione della politica di bilancio del governo che "delinea - si legge sempre nella bozza - una stance fiscale espansiva rispetto al tendenziale nel breve periodo, in virtu' degli sviluppi attuali dell'emergenza epidemiologica e dell'ipotesi di graduale ritorno alla normalita' nel corso del 2021, coerentemente con le linee guida delle istituzioni europee. La manovra di finanza pubblica per il 2021 prevede il finanziamento delle politiche invariate non coperte dalla legislazione vigente per circa due decimi di punto di Pil, tra cui missioni di pace, rifinanziamento di fondi di investimento, fondo crisi di impresa, ecc., e il rinnovo di alcune politiche in scadenza".

"Nell'ottica dell'orientamento di stimolo alla crescita, ma tenuto conto della necessita' di invertire l'aumento del rapporto debito/Pil nel medio periodo - si legge ancora nella bozza - il Governo fissa l'obiettivo di indebitamento netto nominale al 7% per il 2021 e al 4,7% nel 2022 e decide di ricondurre tale obiettivo entro la soglia del 3% nel 2023. L'impatto della manovra sull'indebitamento netto sara' espansivo nel prossimo biennio, e pari rispettivamente a 1,3 punti percentuali nel 2021 e 0,6 nel 2022. Nel 2023 vi sara', invece, una restrizione fiscale di circa 0,3 punti percentuali rispetto al tendenziale".

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Per la legge di bilancio del 2021 coperture dalle risorse europee e dalla revisione della spesa. La copertura della manovra sara' assicurata, non solo dall'utilizzo delle risorse messe a disposizione dal Recovery fund, ma anche con "la rimodulazione di alcuni fondi di investimento e l'avvio di un programma di revisione e riqualificazione della spesa della Pa; la revisione di alcuni sussidi dannosi dal punto di vista ambientale; incrementi di gettito derivanti dal miglioramento della compliance, correlati anche all'incentivazione all'utilizzo degli strumenti elettronici di pagamento". Si legge nella bozza della Nadef, che aggiunge alle fonti di finanziamento "il gettito addizionale derivante dalla piu' elevata crescita generata dal programma di investimenti". Il testo specifica che per le risorse europee messe a disposizione "si prevede l'utilizzo pieno delle sovvenzioni (grants) e un utilizzo dei prestiti compatibile con il raggiungimento degli obiettivi di bilancio".

L'indebitamento netto a legislazione vigente nel 2020 e' previsto al -10,8% del Pil; il deficit primario sul Pil al -7,3%, mentre l'incidenza della spesa per interessi sul Pil al 3,5%. Nel triennio di previsione e' attesa una marcata riduzione dell'indebitamento netto a legislazione vigente, che scendera' al -5,7% del Pil nel 2021, al -4,1% nel 2022 e al -3,3% nel 2023. Il deficit primario sara' progressivamente riassorbito, collocandosi al -2,4% del Pil nel 2021, a -0,9 nel 2022 e -0,1% nel 2023, grazie alla dinamica delle entrate piu' sostenuta e al ritorno alla crescita; l'incidenza della spesa per interessi passivi sul Pil si ridurra' di un decimo di punto nel 2022 e rimarra' stabile al 3,2% nel 2023. La pressione fiscale a legislazione vigente e' attesa salire di un decimo di punto percentuale nel 2020, collocandosi al 42,5%. Considerando l'intero periodo, crescera' di circa 0,1 punti percentuali, attestandosi al 42,6% nel 2023. Al netto del beneficio dei 100 euro (ex bonus Renzi), la pressione fiscale passerebbe dal 41,8% del 2020 al 41,9% nel 2023. Si legge nella bozza della Nadef in approvazione stasera al Consiglio dei ministri. 

Rapporto debito/Pil +23,4 punti Pil nel 2020, poi inverte trend e scende: al 155,6% nel 2021, al 153,4% nel 2022 e al 151,5% nel 2023. Nel 2020, il rapporto debito/Pil salira' di circa 23,4 punti percentuali su base annua, al 158%, a causa dell'impatto del COvid sulla crescita e del peso delle misure adottate. Il quadro programmatico conferma l'inversione di tendenza della dinamica del debito nel 2021, con un obiettivo stimato del 155,6%; nel 2022 il debito/Pil e' previsto al 153,4%.

Il miglioramento rispetto al 2021 (circa 2,2 punti di Pil) e' dovuto al calo del fabbisogno del settore pubblico di circa 3,1 punti percentuali di Pil, in presenza di una crescita nominale robusta. Nel 2023 e' attesa un'ulteriore discesa del rapporto debito/PIL, al 151,5%. Il ritmo di discesa sara' lievemente inferiore a quello dell'anno precedente, per effetto della crescita nominale, pari al 3,7%, e di un calo piu' moderato del fabbisogno del settore pubblico, di circa 1,8 punti percentuali di Pil, coerente con la convergenza del rapporto tra indebitamento netto e Pil al livello del 3%. 

Riforma fisco a regime, impegno sul taglio del cuneo per in redditi medi e bassi. Lotta evasione e revisione detrazioni e tasse ambientali. "I fondi del NextGeneration.Eu consentiranno spazi fiscali per far entrare a regime la riforma fiscale con la quale il Governo si e' impegnato a ridurre il cuneo fiscale sul lavoro, soprattutto per i redditi medi e medio-bassi. La riforma fiscale si finanziera' strutturalmente con il contrasto all'evasione fiscale e con una riforma del sistema delle detrazioni e dalla tassazione ambientale". Si legge nella bozza della Nadef in approvazione stasera. 

Taglio tasse con Recovery e riforma delle detrazioni. "I fondi del Next generation Eu consentiranno spazi fiscali per far entrare a regime la riforma fiscale con la quale il Governo si e' impegnato a ridurre il cuneo fiscale sul lavoro, soprattutto per i redditi medi e medio-bassi". "La riforma fiscale si finanziera' strutturalmente con il contrasto all'evasione fiscale e con una riforma del sistema delle detrazioni e dalla tassazione ambientale", spiega il governo.

In rialzo la spesa per pensioni: pesa Quota 100, +0,8 punti in 3 anni. "Le previsioni della spesa pensionistica continuano a scontare il sensibile aumento del numero di soggetti che accedono al pensionamento anticipato, con Quota 100" e le altre opzioni. "Secondo la previsione a legislazione vigente, una crescita della spesa per pensioni piu' contenuta rispetto a quella dell'economia contribuira' a far scendere il rapporto tra tale spesa e Pil, dal 17,1% del 2020 al 16,2% nel 2023. Cionondimeno, la spesa per pensioni a legislazione vigente nel 2023 risultera' piu' alta di 0,8 punti percentuali in rapporto al Pil in confronto al 2019".  

Incassi lotta evasione -6,8 miliardi in 2020, niente a Fondo taglia-tasse per il 2021. A differenza degli anni precedenti, la stima degli incassi derivanti dall'attivita' di contrasto dell'evasione fiscale attesi per il 2020 e' sensibilmente inferiore agli incassi realizzati nel 2019, per circa 6,8 miliardi. Tale andamento riflette gli effetti della sospensione dell'attivita' di accertamento e controllo da parte dell'Amministrazione fiscale durante la situazione di emergenza. Anche le previsioni per il 2020 sono state opportunamente riviste al ribasso; pertanto, le maggiori entrate rispetto alle previsioni, oltre a costituire un requisito insufficiente sulla base di quanto stabilito dalla norma, non possono quest'anno contribuire ad alimentare il Fondo per la riduzione della pressione fiscale. In sede di predisposizione dellla Legge di bilancio 2021, quindi, non saranno iscritte risorse aggiuntive nel Fondo". La bozza della Nadef stima un incremento ridotto a circa 3 miliardi rispetto alle stime assestate per il 2020

Pil, il rimbalzo atteso nel terzo trimestre è del 13,4%. Per il terzo trimestre, si stima ora un rimbalzo del Pil superiore a quello ipotizzato nel Def (13,4% contro 9,6%), che porterebbe il livello del Pil stimato per tale periodo lievemente al disopra di quello previsto nel Def. Gli ultimi indicatori disponibili tracciano, infatti, un andamento in crescita nei mesi estivi. La Nadef spiega come secondo le ultime stime dell'Istat, il Pil e' caduto del 5,5% nel primo trimestre e del 13% nel secondo in termini congiunturali. L'attuale dato Istat relativo al primo trimestre e' uguale alla previsione del Def, mentre la caduta del secondo trimestre e' stata superiore (nel Def si prevedeva un -10,5%).

Nello scenario peggiore con nuovi lockdown il Pil calerebbe del 10,5% nel 2020. In uno scenario piu' pessimistico "la ripresa dei contagi osservata a partire da agosto si aggraverebbe sensibilmente nei mesi finali del 2020. Cio' indurrebbe il Governo a reintrodurre chiusure selettive di alcuni settori e misure di distanziamento sociale. Il Pil subirebbe una nuova caduta nel quarto trimestre. Ipotizzando un rafforzamento delle misure restrittive nei primi mesi del prossimo anno, il Pil continuerebbe a scendere. L'andamento dell'epidemia migliorerebbe nei mesi primaverili, ma la distribuzione di massa dei vaccini comincerebbe solo nella seconda meta' del 2021. L'attivita' economica riprenderebbe nel secondo trimestre. Nell'ultimo trimestre del 2021 il Pil sarebbe inferiore di oltre un punto percentuale a quello tendenziale"; nel 2020 la caduta del Pil sarebbe del 10,5%, mentre nel 2021 la crescita si fermerebbe all'1,8%, sarebbe del 6,5 % nel 2022 e del 2,3% nel 2023. Impatto piu' pesante anche sui conti pubblici con un deficit all'11,5% nel 2020 e al 7,8% nel 2021, il debito/Pil comunque in discesa, ma ad un livello superiore di oltre 4 punti percentuali in confronto al tendenziale.