"Stiamo valutando la possibilità di intervenire sul cuneo contributivo, abbassandolo in modo che convenga assumere un giovane, ma il problema che abbiamo davanti e' farlo in maniera stabile nel tempo. Non dobbiamo fare una misura per uno, due o tre anni, ma serve renderla definitiva, in modo che il lavoro stabile costi stabilmente meno del lavoro a tempo". Lo ha detto il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, nel corso di un videoforum di Repubblica, spiegando di non poter fare anticipazioni sulle risorse da destinare alla decontribuzione per le assunzioni dei giovani.
Il ministro ha sottolineato che "dobbiamo fare un investimento sull'occupazione dei giovani su vari versanti: occorre lavorare molto sulla formazione e sull'accompagnamento al lavoro". Poletti ha poi espresso le sue perplessita' sulla legge Fornero, che "doveva essere fatta in modo diverso, occorreva che l'innalzamento si realizzasse con tempi piu' compatibili con il quadro economico e sociale del Paese. Uno stacco cosi' alto ha prodotto effetti che abbiamo pagato: abbiamo fatto otto salvaguardie per le persone rimaste fuori sia dal lavoro che dalla pensione".
Secondo Poletti "utilizzare in quel momento una modalità un po' più misurata non avrebbe mancato di dare all'Europa le garanzie che dovevamo dare. L'effetto e' stato chiudere fuori dalla porta tutte le giovani generazioni del Paese". "Ero di sinistra e continuo a esserlo. Essere di sinistra vuol dire produrre concretamente dei risultati", ha sottolineato Poletti risponendo alle critiche sul jobs act. "L'Italia oggi ha 800.000 occupati in piu' rispetto a quelli del 2013-2014 - ha proseguito - Gli occupati stabili in piu' sono 550.000. Inoltre, le imprese che in un anno salivano sopra l'asticella dei 15 dipendenti erano 100.000 l'anno, ora sono 150.000. Sono buoni argomenti per sostenere che abbiamo fatto cose di sinistra".
Poletti ha poi definito "una scelta giusta e ponderata" la decisione di rimandare a settembre la discussione sullo ius soli. "Bisogna lavorare per costruire il consenso, avventurarsi in un voto senza avere l'idea di quello che puo' essere l'esito non e' una cosa saggia - ha sottolineato - "Aver rimandato a settembre questa decisione non significa averla abbandonata, ma serve a continuare a discutere nel merito per trovare il consenso a livello parlamentare. L'obiettivo e' giusto e va perseguito - ha concluso - prendere un po' di tempo per lavorare al consenso e' stata una buona scelta".