Economia
Il 2016 in Borsa sarà l'anno dell'Europa e del Giappone. Parla Marco Rosati (Zenit Sgr)
di Andrea Deugeni
@andreadeugeni
Come sarà il 2016 in Borsa? Verrà finalmente raggiunta la parità euro-dollaro? E il petrolio? Mentre i listini del Vecchio Continente si preparano si preparano al rally di fine anno, gli investitori guardano già al 2016 e alla costruzione dei loro portafogli sulla base dei principali trend che attendono i mercati finanziari per i prossimi 12 mesi. Intervistato da Affaritaliani.it, Marco Rosati, amministratore delegato di Zenit Sgr, esperto che opera nel settore della gestione del risparmio dal lontano 1985, spiega quali saranno le aree più interessanti per quanto riguarda l'investimento azionario.
"Il 2016 in Borsa? Noi lo continuiamo a vedere positivo, soprattutto in Europa e in Giappone", dice Rosati che si allinea dunque alle visioni recentemente espresse, nei rispettivi outlook, dei grandi gestori internazionali come JP Morgan o Morgan Stanley. Banche d'affari che sottolineano come i mercati azionari del Vecchio Continente e del Paese del Sol Levante continueranno a beneficiare delle politiche ultraespansive delle rispettive banche centrali e delle prospettive di ripresa economica. Per Rosati, infatti, in queste aree geografiche bisogna gettonare "in modo abbastanza trasversale tutte le imprese che hanno un'esposizione alla ripresa domestica del ciclo. Investire, quindi, nei titoli ciclici esposti sui mercati interni nazionali". Meglio poi, procedere con un attento stock-picking, andando a cercare quelle società dai fondamentali soddisfacenti.
Per quanto riguarda i pesi da riservare all'azionario rispetto alle altre componenti, Rosati spiega che "fatto più o meno uguale a 100 un portafoglio mondiale che vede un 50-60% di America, è meglio essere vicini allo zero sulle azioni americane tranne che sui tecnologici e riservare la parte restante invece all'Europa, al Giappone e a titoli degli altri mercati asiatici".
Nonostante il rimbalzino dopo l'ultima riunione della Bce in cui la moneta unica ha riguadagnato terreno sul biglietto verde, per il numero uno di Zenit "anche il prossimo anno assisteremo sul valutario a un graduale rafforzamento del dollaro e di monete che stanno rientrando in una fase rialzista di tassi d'interesse, come la sterlina inglese". Ma la tanto invocata (in Europa) parità euro-dollaro verrà raggiunta?
"Se non verrà realizzata, ci si andrà molto vicini. E' molto che, come Zenit, siamo positivi sul dollaro", spiega Rosati. "Forse all'inizio di quest'anno - aggiunge - il movimento della valuta americana è stato un po' troppo veloce e pensiamo che alla parità ci si possa arrivare con gradualità, senza che il trend crei grossi scompensi". Per quanto riguarda il petrolio, infine, alla luce delle recenti (non) decisioni dell'Opec è molto probabile che il greggio, "soprattutto nei primi mesi del prossimo anno, continui a rimanere più vicino ai questi livelli e cioè 40 dollari al barile, che non a soglie più alte".