Economia

Private debt, I semestre 2018: investimenti su per ammontare e per numero

Aifi: realizzati 68 disinvestimenti per un ammontare pari a 95 milioni di euro

 

AIFI ha presentato, in collaborazione con Deloitte, i dati di mercato del private debt nel primo semestre dell’anno. La metodologia utilizzata nella raccolta dei dati è uniformata a quella per il settore del private equity, che è in linea con quella internazionale. A partire dai dati 2017 sono stati inclusi, anche sugli anni precedenti, sia i dati ricevuti tramite le survey compilate dai soci AIFI sia i dati rilevati da fonte pubblica. “Il dato più interessante che emerge è quello sui disinvestimenti: i fondi, nel primo semestre dell’anno hanno già quasi triplicato il numero di exit di tutto il 2017” – afferma Innocenzo Cipolletta presidente AIFI – “Questo numero dimostra come lo strumento del private debt sia ormai una realtà consolidata anche in Italia e sia di supporto all’economia reale; infatti l’80% dei deal chiusi nel semestre ha avuto come obiettivo la crescita per linee esterne o interne della società”. Raccolta Nel primo semestre del 2018 sono stati raccolti sul mercato 141 milioni di euro; dall’inizio dell’attività (2013) a oggi, il fundraising complessivo ammonta a 1,9 miliardi di euro. Guardando alle fonti, sempre a partire dal 2013, il 90% proviene da investitori domestici, mentre il 10% dall’estero. Nella tipologia della fonte, il 24% del capitale è arrivato dai fondi di fondi istituzionali, il 22% dalle banche, e il 17% dalle assicurazioni. “Il mercato italiano del Private Debt è in forte crescita, solo pochi anni fa non esisteva e oggi raccoglie già una massa di liquidità importante”. - afferma Daniele Candiani, Partner Debt Advisory/Corporate Finance Deloitte – “Qui in Italia è ancora un settore giovane ma in altri mercati internazionali, in particolare in UK, i private debt rappresentano la fonte prevalente del debito a supporto di acquisizioni; oltre il 60% delle operazioni è finanziato infatti da questo strumento”. Investimenti Nella prima parte dell’anno sono stati investiti 448 milioni di euro, +79% rispetto al primo semestre del 2017. Il numero di sottoscrizioni è stato pari a 59 (+31%) distribuite su 50 target (+56%). L’84% dell’ammontare è stato investito da soggetti internazionali che hanno realizzato il 59% del numero di operazioni. Il 52% delle operazioni sono state sottoscrizioni di obbligazioni, mentre il 46% crediti e il 2% ha riguardato strumenti ibridi. Per quanto riguarda le caratteristiche delle operazioni, la durata media è poco inferiore ai 5 anni mentre sulle dimensioni delle sottoscrizioni, l’85% dei casi ha riguardato operazioni con un taglio medio inferiore ai 10 milioni di euro. Il tasso d’interesse medio è stato pari al 5,5%. A livello geografico, la prima Regione per numero di operazioni è la Lombardia, 27%, seguita dall’Emilia Romagna con il 19% e dal Veneto con il 12%. Con riferimento alle attività delle aziende target, nelle prime due posizioni, entrambe con il 20% degli investimenti, troviamo i beni e servizi industriali e l’alimentare. A livello dimensionale, il 60% degli investimenti ha riguardato imprese con meno di 50 milioni di fatturato. Disinvestimenti A partire dal primo semestre 2018 sono state monitorate le operazioni di exit. Complessivamente, dal 2015 a oggi, sono stati realizzati 103 disinvestimenti per un ammontare pari a 246 milioni di euro; questo è il valore relativo all’investimento iniziale. Nel primo semestre 2018, sono state 68 le exit per un ammontare pari a 95 milioni di euro; Il 66% degli strumenti di debito è ancora in portafoglio. Sempre nel primo semestre 2018, il 78% dei disinvestimenti è stato legato al piano di ammortamento, mentre il 15% ha riguardato rimborsi anticipati volontari su richiesta della società. Con riferimento all’investimento originario, il 56% dei disinvestimenti ha riguardato lo strumento del finanziamento.

tabella aifi

Leggi QUI la presentazione 1

Leggi QUI la presentazione 2