Economia
Procedura Ue, rinvio a ottobre. In autunno giudizio su Salvinomics
Un rinvio al 10 ottobre. Un congelamento della procedura d’infrazione che arriverà sul tavolo dell’Ecofin (chiamato ad esprimersi secondo le regole europee sulle proposte della Commissione) previsto all’inizio dell’autunno chiamato a verificare che gli impegni per il 2020 rispettino il Patto di stabilità. Ovvero deficit e debito in calo.
E’ lo scenario che va delineandosi nella querelle fra il nostro Paese e Bruxelles in tema di conti pubblici, dopo che l’esecutivo comunitario ha contestato al nostro Paese nelle previsioni di primavera un deficit/Pil per quest’anno al 2,5%, andamento che non rispettava la riduzione del disavanzo secondo quanto pattuito a dicembre (2%). Un bis con il 2018.
Secondo quanto scrive Repubblica, il negoziato portato avanti dal presidente del consiglio Giuseppe Conte e dai ministri Tria e Moavero che dovrebbero definire gli ultimi dettagli a Osaka negli incontri a margine del G20 con il presidente della Commissione Jean Claude Juncker ha puntato essenzialmente su un fattore: il deficit 2019 è inferiore a quello previsto (2% rispetto al 2,4% previsto nel Def di aprile e rispetto al 2,5% di Bruxelles).
Ci sono più entrate (3 miliardi) e si registrano meno uscite (circa 5 miliardi). Secondo Palazzo Chigi, alcune di queste sono strutturali e molte altre sono congiunturali. Ma comunque in grado di mettere ordine al saldo di quest’anno. In Europa però non si fidano.
Non vogliono mettere in discussione la parola data da un socio fondatore dell’Unione, ma nemmeno accettano di ricevere a scatola chiusa i conti dell’esecutivo gialloverde che in questo anno non si è certo ri- velato affidabile agli occhi di Bruxelles. Vogliono dunque associare le promesse a provvedimenti effettivamente approvati.
La soluzione dunque è di dilatare i tempi della decisione per verificare i “numeri”. Tutti i “numeri”, però. Non solo quelli che verranno inseriti nell’Assestamento del Bilancio che sarà varato la prossima settimana dal Consiglio dei ministri.
L’accertamento riguarderebbe sicuramente questo primo intervento. Entro ottobre, però, ci sono almeno altre tre misure (o semplici conteggi) che il governo dovrà adottare. Le trimestrali di cassa — quelle del secondo e del terzo trimestre -, la Nadef ossia la Nota di aggiornamento al Documento di Economia e Finanza. E infine la legge di bilancio. Il vero nucleo su cui si concentrerà la lente di ingrandimento dell’Ue. Una manovra che potrebbe essere di 45 miliardi, il cui cuore si basa sulla sterilizzazione delle clausole di salvaguardia (servono 23,1 miliardi) e la flat tax salviniana (almeno 12 miliardi, se non 16 come affermato dallo stesso vicepremier).
Ammontare a cui aggiungere le spese di legislatura non differibili. Il tutto da portare a casa senza aumentare di neanche una virgola il deficit. Il premier Giuseppe Conte nella lettera inviata ai 27 due settimane fa lo ha assicurato. Ma Commissione ed Ecofin lo verificheranno quando il cantiere della prossima legge di bilancio sarà in fase di ultimazione. Ce la faranno i giallo-verdi? Sarà un giudizio sulla Salvinomics.