Economia

Processo Ubi Banca, presunte irregolarità: assolti Bazoli e Massiah

L'ex banchiere e l'ex consigliere delegato erano accusati di traffico di influenze illecite e ostacolo alle autorità di vigilanza.

Processo Ubi Banca, assolto il banchiere Bazoli e l'ex consigliere delegato Massiah

Il banchiere Giovanni Bazoli e l'ex consigliere delegato di Banca Ubi, Victor Massiah, sono stati assolti nel processo su presunte irregolarità nella gestione della banca. Erano accusati di traffico di influenze illecite e ostacolo alle autorita' di vigilanza.

La sentenza del processo Ubi Banca al tribunale di Bergamo riguarda presunte irregolarità commesse nella gestione della banca, poi incorporata da Intesa Sanpaolo. Il procedimento ha visto imputate 30 persone più la stessa Intesa Sanpaolo (nel processo al posto Ubi Banca), imputata per la legge 231/2001 sulla responsabilità amministrativa degli enti. Tra gli imputati i nomi del banchiere Giovanni Bazoli e l'ex consigliere delegato di Ubi Banca Victor Massiah

I reati contestati sono ostacolo all'autorità di vigilanza e illecita influenza in assemblea. Solo a 4 dei 30 imputati sono contestati entrambi: Giovanni Bazoli, Emilio Zanetti, Victor Massiah e Andrea Moltrasio. Al termine della requisitoria il pm di Bergamo Paolo Mandurino ha chiesto 26 condanne e 4 assoluzioni (anche per Francesca Bazoli, figlia di Giovanni), cui si aggiunge quella per la banca. In fase di repliche, però, il pm ha detto che il reato di illecita influenza in assemblea si è  prescritto nel giugno scorso e ha quindi chiesto il proscioglimento degli imputati cui è contestato solo questo reato e una riduzione della richiesta di condanna di 6 mesi per gli imputati cui erano contestati entrambi i reati. 
Per Giovanni Bazoli la richiesta di condanna è passata cosi' da 6 anni e 8 mesi a 6 anni e 2 mesi. 

Contestualmente è caduta anche la richiesta di confisca di 5,3 milioni di euro legata al reato di illecita influenza nell'assemblea di Ubi Banca del 20 aprile 2013. Secondo l'ipotesi accusatoria, per quella assemblea fu messo in piedi un sistema per raccogliere, in maniera 'illecita', deleghe in bianco per il voto sul rinnovo del consiglio di sorveglianza. L'obiettivo era quello di far prevalere in assemblea la lista 1 (lista Moltrasio) sulle altre due liste presentate: lista 2 guidata dal professor Andrea Resti e lista 3 dell'imprenditore Giorgio Jannone. 

Stando alla ricostruzione della procura, senza questo sistema non avrebbe vinto la lista 1 ma la lista 2 e quindi l'asse Bergamo-Brescia rappresentato da Zanetti e Bazoli avrebbe perso il controllo della banca. Tuttavia, il reato per il pm di Bergamo è già prescritto. Per quanto riguarda il reato di ostacolo all'autorità di vigilanza, questo sarebbe stato commesso attraverso una serie di mancate comunicazioni od omissioni alla Consob e alla Banca d'Italia di fronte alla circostanza che - per l'accusa - di fatto Ubi Banca veniva gestita da un patto parasociale tra le Associazioni Ablp e Amici di Ubi Banca, che vedevano come referenti rispettivamente Giovanni Bazoli ed Emilio Zanetti, che decidevano le nomine in violazione dello statuto della banca.