Economia
Pure BankItalia più ottimista del governo. Crescita nel 2019 rivista al rialzo
Come l'Istat, anche la Banca d'Italia è più ottimista del Governo Conte per la crescita del 2019. Via Nazionale infatti ha rivisto in "marginale" rialzo la stima sul Pil di quest'anno e riduce lievemente quelle sulla crescita nel prossimo biennio. Quest'anno, indica una nota di via Nazionale che ha elaborato le stime in un esercizio coordinato dell'Eurosistema, la proiezione centrale è di una crescita dello 0,2% nella media dell'anno che si rafforzerebbe gradualmente nei tre anni successivi, portandosi allo 0,5% nel 2020, allo 0,9% nel 2021 e all'1,1% nel 2022.
Rispetto alle precedenti proiezioni (luglio), la stima e' marginalmente piu' elevata per il 2019, riflettendo le informazioni piu' favorevoli disponibili per i primi nove mesi dell'anno, e lievemente inferiore nel 2020 e nel 2021, a seguito degli effetti della piu' accentuata debolezza del quadro internazionale, in larga parte, ma non interamente, compensati dallo stimolo proveniente dai piu' bassi tassi di interesse.
A inizio dicembre, anche l'istituto centrale di statistica aveva fatto sapere che il Pil italiano dovrebbe crescere dello 0,2% in termini reali nel 2019. Un numero limato di uno 0,1% dal +0.3% rilasciato in primavera ma superiore alle stime inserite dal governo nella nota di aggiornamento del Def. L'esecutivo ha infatti previsto una crescita dello 0,1% nel 2019.
Secondo l'Istat, sull'economia italiana si addensano però anche però alcuni pericoli. "L'attuale scenario di previsione" della crescita, aveva scritto l'istituto guidat da Mario Blangiardo, "è caratterizzato da alcuni rischi al ribasso rappresentati da possibili evoluzioni negative dei conflitti tariffari e delle turbolenze geopolitiche con riflessi sfavorevoli sull'evoluzione del commercio internazionale e sul livello di incertezza degli operatori".
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Sul fronte del mercato del lavoro il tasso di disoccupazione quest'anno segnerebbe "un deciso miglioramento", attestandosi al 10,0% (dal 10,6% del 2018). Nel 2020 l'indicatore scenderebbe "marginalmente", al 9,9%. L'Istituto dunque prevede "il proseguimento della dinamica positiva del mercato del lavoro".