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Economia
Qia tentato da Mps, ma sul fondo sovrano pesano le perdite accumulate su DB

Mps continua a volare a Piazza Affari, dove a fine seduta guadagna circa il 6% a 0,2735 euro per azione dopo il +22% di ieri (ma rispetto a 12 mesi fa le quotazioni perdono ampiamente oltre l'80%), grazie alle voci che danno alcuni investitori istituzionali, a partire dal fondo sovrano Qatar Investment Authority (Qia), pronti a sottoscrivere una quota "significativa" del prossimo aumento di capitale da 5 miliardi di euro che la banca senese deve lanciare entro dicembre. Voce che rafforza le speranze che al mercato retail non debba essere rivolta una richiesta superiore ai 2 miliardi, il massimo considerato "eseguibile" senza eccessivi problemi per una società la cui capitalizzazione oscilla poco sopra i 750 milioni di euro anche dopo gli ultimi recuperi, innescati proprio dall'indiscrezione di cui sopra. Il problema per il Ceo Marco Morelli e i due advisor di Mps che stanno curando l'intricata operazione di aumento di capitale (Mediobanca e Jp Morgan) e contemporanea cessione, tramite cartolarizzazione, di quasi l'intero portafoglio di sofferenze su crediti in essere, è che le buone intenzioni valgono ben poco, se non sono accompagnate da impegni precisi.

Ma simili impegni possono essere presi solo una volta che si siano valutati i rischi e le prospettive di futuro guadagno a cui si va incontro, cosa che per Mps resta complicata. L'intera operazione è infatti sottoposta al rischio politico legato al referendum italiano del prossimo 4 dicembre e alle ripercussioni che un eventuale vittoria del "no" avrebbe sul governo e sul salvataggio del Montepaschi. Anche non volendo tener conto di questa incertezza, a nessuno sfugge come la quasi concomitanza con la ricapitalizzazione di Unicredit in Italia (ancora ignota come ammontare, ma stimata dalla maggior parte degli analisti tra i 3 e gli 8 miliardi di euro) e quella di Deutsche Bank (legata all'ammontare definitivo della multa che la banca patteggerà con le autorità Usa) in Germania siano destinate a pesare ulteriormente su un'operazione già di per sé delicata.

Questo tanto più in quanto Qia è il principale azionista privato di Deutsche Bank col 10%, oltre ad essere socio al 6,27% di Barclays e al 4,93% di Credit Suisse, tre partecipazioni non molto fortunate per il fondo sovrano arabo, che su di esse perde circa 3,5 miliardi di euro complessivi.

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