Economia
Renzi invia la manovra all'Ue e abbandona i toni trionfalistici

Nell'inviare il Piano programmatico di bilancio 2016, Matteo Renzi abbandona i toni trionfalistici con cui ha invece salutato gli ultimi dati sulla produzione e quelli sul mercato del lavoro. Se ancora a metà settembre il premier parlava di svolta dell'Italia nella congiuntura, il documento inviato a Bruxelles che dovrà ricevere l'ok dell'Ue sull'impianto della nuova legge di Stabilità (con le concessioni dei margini di flessibilità che da soli valgono circa metà delle coperture) ammette invece che "l'economia italiana è ancora in una fase iniziale della ripresa economica. Il grado di allentamento nell'uso delle risorse è senza precedenti. E, anche se il tasso di disoccupazione è diminuito significativamente nei recenti mesi, è ancora vicino al 12%". Basta diaggregare il dato sulla produzione industriale di agosto calato congiunturalmente dello 0,5% per rendersi conto infatti di come la ripresa sia fragilissima e a macchia di leopardo.
Come nella legge di Stabilità, però, il governo scommette sul futuro spiegando ai tecnici di Bruxelles che "le imprese e i consumatori sono più ottimisti" e per quanto rifguarda il calo del debito pubblico, dalle privatizzazioni pensa di incassare lo 0,4% del Pil nel 2015 e lo 0,5% nei tre anni successivi. Nel documento, è inoltre evidenziato che l'obiettivo per il 2015 è in pratica stato già raggiunto, considerando che la metà del totale è stata già incassata e che l'Ipo di Poste si completerà entro l'anno.
Per riuscire ad ottenere di utilizzare la clausola per le misure urgenti sull'emergenza immigratoria e anticipare così in manovra al 2016 alcune misure previste per il 2017, come parte del taglio dell'Ires ('il taglio pieno dal 27,5 al 24% ci sarà dal 2017') e i denari per investimenti in edilizia scolastica, il governo ricorda alla Commissione presideuta da Jean Claude Juncker che nel 2015 i costi stimati per far fronte allo "straordinario" afflusso di migranti "sono oltre 3,3 miliardi di euro, di cui 3 miliardi di spesa corrente". C'è di più. Aggiunge che "la quota più rilevante di spesa, il 50%, riguarda la ricezione e centri di accoglienza, il 25-30% il salvataggio in mare". Come dire che la clausola per le misure urgenti sull'emergenza immigratoria che valgono lo 0,2% del Pil e cioè proprio 3 miliardi circa devono esser concesse. Un ulteriore risultato che, assieme al taglio delle tasse sulla casa, Renzi potrebbe rivendicare portandosi in avanti con mega piano di riduzione fiscale al 2018.
Proprio sul fatto che alcuni provvedimenti della legge di Stabilità sono sottesi alle concessioni di Bruxelles, è intervenuta la leader della Cgil Susanna Camusso. Secondo la numero uno del primo sindacato d'Italia, dal lavoro alle pensioni, passando per la scelta di togliere le tasse sulla prima casa, sono molte le scelte criticabili da parte dell'esecutivo.
Proprio sulla previdenza, per altro, dalle parole del ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, emerge che anche l'estensione della cosiddetta 'no tax area' per i pensionati fin dal 2016 è in bilico. La misura, che eleva l'esenzione dal pagamento delle imposte a 8mila euro per gli over 75 e a 7.750 euro per quelli sotto (dagli attuali 7.500 euro), è condizionata all'ok della Ue alla ulteriore flessibilità del deficit richiesta con la clausola migranti. Senza il via libera di Bruxelles, come per il taglio dell'Ires, la misura scatterà dal 2017. Elemento, questo della condizionalità sulle pensioni, che rafforza la critica che Camusso ha espresso in mattinata: "Direi manovra espansiva solo per alcuni, e mediamente non con tutta quella parte fondamentale per la crescita del Paese che si chiama mondo del lavoro". ha detto ai microfoni di Radio Anch'io su Radio1. "Mi pare evidente - ha aggiunto - che ci sia una scelta che affida nuovamente al sistema delle imprese l'idea dello sviluppo e della crescita". In particolare, la critica è andata alle risorse per i contratti pubblici, come già espresso a caldo: "Sono 200 milioni, neanche 300: il valore del lavoro pubblico per questo Governo equivale a 5 euro al mese".
Sulla cancellazione della tassa sulla prima casa, "non c'è alcuna progressività". "Bene invece l'ecobonus che fuziona, e assolutamente favorevoli al provvedimento sugli ammortamenti che favorisce la spesa per investimenti", ha sottolineato la leader del maggiore sindacato italiano in riferimento alla proroga degli sgravi per le riqualificazioni edilizie e alla possibilità ammortizzare il 140% del valore degli investimenti in nuovi macchinari. Il tasto che duole di più, però, riguarda le pensioni: "Più che delusi siamo molto molto arrabbiati e non rinunciamo a quell'obiettivo", ha affermato sulla flessibilità. "La discussione - ha aggiunto - è appena cominciata - e non la consideriamo la soluzione finale. Non si può pensare che questo tema venga rinviato, venga rinviato fuori manovra". A lei ha risposto direttamente Poletti: "Sinceramente non mi meraviglio del giudizio" del segretario "perché veniamo da un periodo in cui il segretario della Cgil non esprime apprezzamenti per la politica del governo. Nel merito le cose della legge di Stabilità dovrebbero essere apprezzate: è chiaro che abbiamo un'opinione molto diversa".