Economia

Rete Tim, i dubbi della Corte dei Conti. Ma il Mef: "L'operazione va avanti"

La governance con Kkr resta un’incognita

Dubbi dei magistrati sull'operazione del Mef sulla Rete Tim

Si complica la partita sulla Rete Tim. Secondo quanto scrive Repubblica, "la Corte dei Conti a sezioni riunite, dopo aver esaminato i documenti inviati dal Mef lo scorso 4 ottobre sull’investimento nella rete di Tim e nella società dei cavi sottomarini di Sparkle, esprime un parere non «preclusivo» da cui emerge che «allo stato attuale, il contenuto della motivazione del Dpcm e dei prospetti finanziari preliminari trasmessi, anch’essi sintetici, non appaiono idonei a suffragare adeguatamente il giudizio di sostenibilità finanziaria dell’investimento»".

Come spiega Repubblica, "per prima cosa viene contestata la difformità dell’operazione rispetto al testo del Dpcm, in quanto il Mef dovrebbe investire in «due società a monte rispetto l’infrastruttura» e non direttamente nella rete". E in secondo luogo la Corte «non ha potuto verificare i concreti assetti di governance della nuova società». E la governance, che il Mef avrà a fronte di un investimento di 2,2 miliardi, «assume centralità affinché l’operazione prospettata si mantenga coerente con le valutazioni di convenienza economica e con il perseguimento delle finalità strategiche che fondano la scelta».

Per rispondere alle ricostruzioni di stampa che riportano di obiezioni e paletti all’operazione da parte della magistratura contabile, riporta invece Quotidiano.net, il Mef ha spiegato che "la Corte dei Conti non ha espresso un giudizio preclusivo rispetto all’operazione di una Netco per l’acquisizione di Tim" perché "i profili inerenti la sostenibilità finanziaria e la convenienza economica non sono stati analizzati in quanto la fase delle trattative non consentiva, allo stato, l’esame di dati definitivi rispetto all’operazione".