Economia

RRP, una valida alternativa al fumo? Il tour di Affari in JTI

Jessica Castagliuolo

E-Cigarette, dallo scenario globale a quello italiano. M. McKeown, JTI: “La vera sfida è comunicativa”

I RRP sembrano sostituirsi sempre più alle tradizionali sigarette, ma di cosa parliamo realmente? Quali i rischi per la salute? Affaritaliani.it ha visitato il centro di ricerca scientifica di JTI, uno dei principali player del settore, e ha raccolto la testimonianza di un esperto intervenuto alla settima edizione del’E-Cigarette Summit a Londra 

“Ogni cliente può ottenere un’automobile colorata di qualunque colore, purché sia nera” sosteneva Henry Ford.  Offrire ai consumatori un vasto ventaglio di scelta tra cui un’alternativa al fumo delle sigarette tradizionali è oggi uno dei principali obiettivi dei grandi player nel settore del tabacco, le cui scelte di business e mission aziendali sono profondamente in trasformazione con l’introduzione nel mercato dei cosiddetti RRP, (prodotti a potenziale rischio ridotto) comunemente noti come sigarette elettroniche o e-cig (prodotti liquidi da inalazione senza combustione costituiti da sostanza liquide, contenenti o meno nicotina) e i riscaldatori di tabacco (prodotti del tabacco non da fumo che possono essere consumati senza processo di combustione); questi dispositivi hanno come minimo comune denominatore l’eliminazione della combustione, la quale caratterizza il fumo di sigarette.

Si tratta di un mercato fortemente in crescita: si stima che sono già 46 milioni i consumatori nel mondo di prodotti RRP, per un valore al dettaglio di $ 14 billion, con una crescita del 46% nel 2018 in rapporto all’anno precedente.

Le motivazioni che spingono i fumatori a passare a prodotti alternativi possono essere di varia natura e sono individuati come, in ordine di incidenza: il risparmiare denaro, il ridurre potenzialmente i rischi per la propria salute o il trovare un’alternativa socialmente più accettata e adattabili a nuove routine.

Per saperne di più abbiamo visitato uno dei centri di ricerca scientifica più all’avanguardia per la produzione di liquidi per sigarette elettroniche; abbiamo infatti esplorato i laboratori della Japan Tobacco International, uno dei principali player internazionali di prodotti di tabacco.

Il centro sorge a Weybridge, poco distante dal centro di Londra, immerso in una vasta aerea boschiva.   

Weybridge Lab Environment 1
Laboratori del Centro di Ricerca Scientifica di JTI

Lars Ortlier, RRP Communication Director, ci ha innanzitutto presentato il portfolio di prodotti sostitutivi al fumo che JTI offre ai propri consumatori: “Abbiamo due categorie di prodotti: sotto il brand LOGIC la sigaretta elettronica, e sotto il brand PLOOM il nostro riscaldatore di tabacco”.

Alla nostra domanda su cosa si intendesse nello specifico per “rischio ridotto”, Ortlier ha risposto:” In JTI per RRP intendiamo dei prodotti che potenzialmente possono ridurre i rischi legati al fumo. Per esempio i test condotti su LOGIC dimostrano che le componenti nocive individuate dal WHO (World Health Organization) nel fumo di sigarette sono ridotte del 95%”.

Il grande dibattito sembra infatti giocarsi sui danni alla salute che i nuovi prodotti potrebbero provocare. Il caso USA ha inoltre creato un forte allarmismo: stando ai dati del 5 novembre si registrano 2051 persone affette da patologia polmonare causata dal vaping, dei quali 39 sono deceduti.

Di recente la vitamina E acetato, ingrediente aggiunto ai prodotti a base di tetraidrocannabinolo (Thc), principio attivo contenuto nella cannabis, è stata individuata come la causa principale dell’affezione.

A tal proposito il Public Health England ha annunciato di essere in contatto con le agenzie federali statunitense per saperne di più. Il CDC (Center for Disease Control and Prevention) è
di recente più chiaro circa i  prodotti  penetrati nel focolaio e sembra che la maggior parte, se non tutti, fossero collegati a prodotti di svapo illeciti.  Anche l'improvvisa insorgenza dell'epidemia in molti Stati USA in così poco tempo non suggerirebbe un effetto graduale dell'uso a lungo termine, ma piuttosto una causa scatenante dovuta a un agente specifico entrato in uso nella popolazione colpita.

Occorre sottolineare infatti che ogni Paese decide di adottare norme e limitazioni diverse nei confronti degli RRP, non esiste quindi attualmente una chiara direttiva globale in materia. Una politica largamente permissiva è condotta da Gran Bretagna, Nuova Zelanda e Canada, mentre Messico, Taiwan, Singapore e Turchia hanno deciso di bandire lo svapo. Numerose sono inoltre le differenze regolamentarie sui liquidi: negli USA, ad esempio, i livelli di nicotina consentiti sono considerevolmente più alti rispetti a quelli europei.

Ne consegue che anche la confusione, da parte di comunicatori e consumatori, è ancora tanta.  Basti pensare che il Telegraph, mentre pubblicava un articolo dal titolo inequivocabile “E-cigarettes could raise risk of cancer”, riprendeva sul suo sito internet una notizia intitolata “Vaping is not as bad for you as smoking, and it’s a public health disaster that people are being led to believe otherwise”.

Come informare allora nel modo più corretto possibile i consumatori? Ne abbiamo parlato con Michelle  MCKeown, Vice Presidente Corporate Communications di JTI, che tramite Affaritaliani.it così si è rivolta ai consumatori italiani: ”JTI capisce la confusione che c’è tra i consumatori, che rischiano di perdersi tra informazioni molto diverse  fra di loro e talvolta contradditorie: è tutto veramente poco chiaro. Abbiamo un sito web nel quale presentiamo i fatti: lo stato della ricerca scientifica così come le decisioni del Governo in merito. Trattandosi di un prodotto nuovo è molto difficile per il consumatore capire se possa essere positivo o negativo. Quello che possiamo fare nel nostro sito è raccontare i fatti, raccogliere i dati emergenti per informarlo nel modo più corretto possibile”.

 

E-Cigarette Summit 2019, Affaritaliani.it ha raccolto la testimonianza di Cliff Douglas, esperto dell’ American Cancer Society Center  

“Distinguere i fatti dalle finzioni”, questo sembra essere anche il punto di partenza dell’E-Cigarette Summit, con queste parole infatti apre l’incontro Ann McNeill, Prof.ssa del’UK Centre for Tobacco and Alcohol Studies al Kins College di Londra.

Cliff Douglas, Vice Presidente dell’American Cancer Society Center per il controllo del Tabacco, ha fatto il punto su quanto sta avvenendo negli USA e ad Affaritaliani.it ha concluso:

“C’è confusione su questi prodotti perché diverse persone dicono cose differenti, a volte basati sulla scienza, altre volte su interessi politici e altre ancora senza alcuna base. È importante che alle persone sia data un’informazione chiara, consistente e sempre aggiornata sulle ricerche disponibili. Non è chiaro per esempio se questi prodotti possono provocare il cancro, contengono sostanze cancerogene ma in quantità molto ridotte rispetto alle normali sigarette. È importante non sopravalutare quello che sappiamo, e trasmettere chiaramente le informazioni circa quello che sappiamo oggi sugli effetti di questo prodotto. Di certo la prima priorità- conclude l’esperto- è quella di contrastare il fumo di sigarette, i cui effetti negativi sono ormai più che certi”.

Concludiamo che nel vasto scenario qui appena abbozzato, la grande sfida di un’azienda come JTI è, oltre a quella di preservare l’alta qualità dei prodotti, è innanzitutto comunicativa, per garantire un’informazione corretta e il più trasparente possibile.

E in Italia? un mercato in crescita. Ne abbiamo parlato con il Direttore Marketing di JTI Italia

“Il mercato delle sigarette elettroniche oggi in Italia conta circa 500 mila consumatori per un valore di circa 200 milioni di euro, nei prossimi tre anni prevediamo che questi numeri raddoppino” ha spiegato Giacomo Merli, Direttore Marketing JTI Italia ad Affaritaliani.it: “JTI è presente in Italia dal 2017 con il brand Logic. È un mercato che sta cambiando molto in fretta e negli ultimi tre anni abbiamo lanciato tre diverse sotto categorie fino a focalizzarci sul febbraio di quest’anno su Logic Compact. Il consumatore nel mondo della nicotina cerca in tutto il mondo sempre soluzioni diverse. È un mercato che è stato statico per molto tempo ma negli ultimi anni c’è stata un’evoluzione esponenziale del numero di offerte. È fondamentale per noi essere sempre pronti con prodotti all’avanguardia per il nostro consumatore”.