Saras dopo la morte di Gian Marco Moratti. Il business che non piace in Borsa - Affaritaliani.it

Economia

Saras dopo la morte di Gian Marco Moratti. Il business che non piace in Borsa

Buddy Fox

La dinasty italiana della famiglia Moratti

Un fratello, il più competente e affidabile, delegato a proseguire il lavoro paterno, mentre l'altro è dirottato a seguirne le orme sportive. La moglie di Gianmarco, Letizia Maria Brichetto Arnaboldi, impegnata con il marito a sostegno della comunità di recupero di San Patrignano, notoriamente schierata a destra; la moglie di Massimo- Emilia Michela Enza Bossi, più nota come Milly - sta invece con la sinistra e da appassionata sostenitrice della candidatura Pisapia si è più volte scontrata con la cognata. Una piccola Dinasty, o se si preferisce una riedizione nostrana di Dallas, che purtroppo si conclude assai mestamente.

Nonostante l'impegno profuso, entrambi i fratelli non riscuotono neppure lontanamente il successo che arrise al padre. Una famiglia che si avvia sulla lunga via del tramonto seguendo la linea del petrolio, con una quotazione, quella del 2006, che sembra aver anticipato di poco il picco della bolla (estate del 2008) e che come sempre accade, una volta scoppiata, invece che i botti della festa, dà il segnale che la festa è finita. Con il petrolio che cade, ritornando ai prezzi minimi visti a inizio del 2000, poi rimbalzando, senza mai più rivedere i 100$, il business della raffinazione sembra diventare un settore obsoleto. Basta dare un’occhiata alla rivoluzione in casa Erg, un cambiamento totale che l’ha portata dal settore del petrolio inquinante a quella dell’energia verde che disinquina. Ci avevano provato i Moratti con i russi di Rosfnet, il colosso del settore, e probabilmente nel loro intimo, chissà, speravano un giorno di fare la stessa fine dei gioielli della moda del made in Italy: lo straniero entra in punta di piedi, si accomoda, si affeziona, rimane incantato e compra tutto.

Così non è stato, nel gennaio del 2017 (il 17 gennaio ma non pensiamo alla scaramanzia), i russi dicono dasvidania, e si portano a casa una plusvalenza. Morale della storia, gli unici a non aver mai guadagnato sono solo i piccoli risparmiatori, perché, indirettamente, persino ai tifosi dell’Inter, almeno moralmente, qualcosa è arrivato grazie allo storico triplete. Oggi, con la scomparsa dell’uomo forte Gian Marco Moratti, senza più nemmeno un socio di maggioranza, la Saras è in balia del mercato con dei conti e un business non proprio allettanti: a dicembre 2017 fu collocata un’obbligazione al tasso 1,70% scadenza 2022, emessa esclusivamente per rifinanziare parte del debito.

Una buona notizia per l'Inter e gli interisti che senza Gian Marco, posso sperare nel ritorno di fiamma del generoso Massimo? E Saras, ora è dunque scalabile? In effetti ora qualche compratore potrebbe anche emergere, ma a chi può interessare questo settore al tramonto? In verità, a novembre dello scorso anno, il gruppo Brachetti Peretti (Api) comprò tutti i 2600 distributori di carburante, perché non comprare anche la madre del settore, cioè la raffinazione? In casa Moratti c’è ancora un jolly da giocare, ed è Angelo Moratti, figlio di Gian Marco e nipote di Massimo, divenuto ormai lo sherpa europeo del grande Warren Buffett.

Dubito che l’Oracolo di Omaha, sebbene legato all’Old Economy, sia interessato al prodotto, però un contatto telefonico così importante può portare a mille strade. Intanto a Piazza Affari oggi il titolo chiude a 1,80 (+0,67%), prezzo ben lontano ai 6€ che difficilmente rivedremo, ma per chi è a caccia dei saldi, con il petrolio che dopo aver visto il baratro e ora spera nel collocamento di Aramco, potrebbe essere invogliato nell’acquisto. Senza dimenticare la generosità dello Stato italiano: purché si investa, i favori non mancano.

@paninoelistino