Saras dopo la morte di Gian Marco Moratti. Il business che non piace in Borsa - Affaritaliani.it

Economia

Saras dopo la morte di Gian Marco Moratti. Il business che non piace in Borsa

Buddy Fox

La dinasty italiana della famiglia Moratti

Se il buongiorno si vede dal mattino, quella di Saras a Piazza Affari è una storia che nasce al tramonto e prosegue fino alla notte fonda.Devo confermare che non ci capisco un granché di borsa”, ovvio il suo ruolo era quello di presidente dell’Inter, il “giocattolo” di famiglia, ma probabilmente la stessa affermazione poteva essere attribuita anche al fratello Gian Marco, il gran capo della Saras che si è spento oggi a Milano, all'età di 81 anni e non temere nessun tipo di smentita. Perché entrambi così avevano risposto con dichiarazioni fotocopia, all’interrogatorio effettuato dal pm Orsi nel 2010, sul caso della quotazioni a Piazza Affari del gruppo di famiglia.

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Letizia Moratti

“Non siamo esperti di borsa”, proprio per questo si erano affidate per valutazione e collocamento in borsa a due big del settore: Jp Morgan (non certo la migliore amica per i risparmiatori italiani) dagli Usa e la fu gloriosa Caboto come punto di riferimento italiano. Una quotazione contrastata nei sentimenti e nei risultati, per chi si affrettò a prenotarsi per il collocamento fu un salasso, solo per ricordare agli smemorati ci fu il tutto esaurito, ma tra i piccoli risparmiatori e non certo tra gli hedge fund e i fondi (solo per dare qualche cifra 490 le richieste degli istituzionali, 295 mila dal pubblico retail, una domanda 4 volte il quantitativo offerto), mentre per chi andava a collocare quasi non credeva ai propri occhi, era riuscito a piazzare il titolo al massimo della forchetta: 6 euro.

Un prezzo che, lo voglio ricordare agli smemorati, nel 2006 (l’anno della quotazioni) ricevette una promozione corale, a fianco dei Moratti, per la consulenza finanziaria non c’era un personaggio qualunque, ma un superconsulente dal nome di Gerardo Bragiotti ex alto dirigente di Mediobanca (si dice uno dei pupilli di Cuccia), consigliato ai Moratti da Sergio Erede. I 6 euro, un prezzo definito ai tempi “market friendly”, talmente amico che Gerardo Bragiotti, secondo le ricostruzioni, disse di non chiedere di più. Dove emerge la raffinata capacità di analisi di Bragiotti, affonda l’incapacità dei Moratti, che tanto amavano ciecamente la loro creatura che sarebbero stati disposti a chiedere di più al mercato. Un atteggiamento questo sconosciuto a Massimo, soprattutto ai tifosi dell’Inter, visto che come presidente di calcio era più abile a spendere e spandere piuttosto che a incassare avidamente come un Lotito qualunque.

milly moratti (davide coppetti)Milly Moratti 
 

“Quando abbiamo fissato il prezzo a 6€, i banchieri presenti ci hanno applaudito” e ci credo, sognavano già le spettanze a 6 zeri. Fuori, all’esterno delle stanze dorate dei cda, la gente urlava arrabbiata, se fosse stata allo stadio San Siro altro che motorini sarebbero volati. Il titolo dal giorno della quotazione (18 Maggio 2006) a 6€, prezzo che definirono corretto, non ha fatto altro che ruzzolare, come scivolando su una grande macchia di olio nero, giù giù fino a perforare gli abissi di Piazza Affari. 0,60 fu il minimo del 2012, esattamente 1/10 dal prezzo iniziale. Per Saras e per i Moratti, quella della borsa è una storia sfortunata. Eppure non avrebbe dovuto finire così.

Saras fu fondata nel 1962 da Angelo Moratti, il capostipite. Imprenditore dotato di acume per gli affari quanto di capacità di visione, inizia la sua attività negli anni '30 a Roma creando una società per il commercio di olii combustibili. Successivamente acquista una miniera di lignite ridandole nuova vita e creando lavoro per 1600 minatori; al termine del secondo conflitto mondiale è il primo imprenditore italiano che dota la Sicilia di un grande insediamento industriale. E' poi la volta di un altro primato: la creazione di una società per il trasporto di combustibile le cui navi portano il nome delle tre figlie. Infine nel 1962 il suo capolavoro: la creazione della più grande raffineria del Mediterraneo che trasforma 15 milioni di tonnellate di petrolio l'anno.

Comproprietario insieme a Gianni Agnelli de "Il Corriere della Sera", è stato editore del giornale economico Globo ed ha fatto parte del consigli d'amministrazione di multinazionali del calibro di Mobil, Esso e Texaco. Appassionato di calcio e, insieme alla moglie Erminia, raffinato collezionista d'arte, Angelo Moratti ha segnato profondamente il mondo del pallone vincendo negli anni '60 tre scudetti, due Coppe dei Campioni e due Coppe Intercontinentali. Grande famiglia quella dei Moratti, sei figli di cui uno adottivo. Una famiglia composita e diversificata da tutti i punti di vista.

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