Economia
"Saras, petrolio italiano dà fastidio".Parla il capo di FederPetroli Marsiglia

“In Italia per tanti Stati esteri esiste un problema: abbiamo ad oggi tra le più grandi industrie petrolifere del mondo, parlo di Eni, di Saipem, di Saras, per non citare altre medie aziende che contrattualizzano e lavorano per importanti progetti internazionali. A qualcuno tutto questo dà fastidio". Lo sostiene il presidente di FederPetroli Italia Michele Marsiglia, che in un’intervista al quotidiano L’Indro, prende la difesa del gruppo controllato al 40% dalla famiglia Moratti, dopo che la scorsa settimana Repubblica ha risollevato il caso del petrolio dell’Isis finito negli stabilimenti cagliaritani di Saras.
“Nel 2015 fummo noi stessi come FederPetroli Italia a diramare un comunicato dove si escludeva qualsiasi rapporto tra depositi e raffinerie italiane con il Daesh ed altre organizzazioni non ufficiali e terroristiche, ci sorprenderebbe apprendere di operazioni diverse. Seguiamo con attenzione le prossime fasi dell’indagine, sperando quanto prima che la magistratura possa chiudere in positivo questa triste pagina economica del comparto energetico in Italia”, ha aggiunto Marsiglia, secondo cui "una fuga di notizie mediatica, fa solo rumore sulla giornata della stampa e sulla giornata borsistica, se dovesse continuare, i danni si possono vedere presto".
"Certamente la Giustizia deve fare il suo corso - dice ancora - ma anche le aziende dell’indotto devono essere tutelate. Ci sono commesse avviate, ci sono nuovi lavori e nuove occasioni di business e non possiamo permetterci, specialmente oggi, di perdere terreno e competitività, nonché fatturato".
Convinto dunque che l’Isis per il petrolio italiano è solo un lontano nemico? "Sono dell’idea che visto che il Medio Oriente sia la principale location petrolifera, sicuramente l’attenzione dell’indotto per l’approvvigionamento del prodotto deve essere alta. Ormai tutto fa inchiesta e tutto fa rumore, spero solo che certe inchieste si concludano al più presto. Dario Scaffardi, amministratore delegato di Saras, oltre ad essere un 'gran signore’ e, lui sa perché, è anche un top manager, sono sicuro e certo che queste sono piccole montagne russe a cui è abituato", ha concluso il numero uno di FederPetroli.