Economia
Shell esce dalla lobby del carbonio. Exxon, l'aiutino della Sec sulle emission
Una compagnia petrolifera europea, la Shell, cerca impegni per il clima. Exxon invece li schiva. L’autorità statunitense di Borsa, la Sec, dice che l’ExxonMobil non è tenuta ad assecondare gli azionisti nelle politiche climatiche.
Nel dettaglio, gli azionisti di ExxonMobil non potranno votare sulla possibilità che il colosso petrolifero fissi obiettivi per il taglio delle emissioni di gas serra. Lo ha stabilito la Sec, secondo la quale la compagnia petrolifera texana può togliere dall’ordine del giorno della prossima assemblea la proposta di determinare standard delle emissioni in linea con gli obiettivi dell'Accordo di Parigi. Delusi il fondo pensione di New York e la Church of England, promotori dell'iniziativa.
“Come investitori di lungo corso, determinati a tutelare il valore del nostro portafoglio, continueremo a fare pressione su Exxon e altri sui rischi del cambiamento climatico e considereremo tutte le opzioni disponibili per i nostri prossimi passi”, afferma il fondo pensione di New York.
La Church of England definisce la decisione della Sec “deludente” e mette in evidenza di essere intenta a rivedere le sue opzioni.
Intanto la Shell abbandona una delle maggiori lobby statunitensi del petrolio per divergenze sulla politica per il cambiamento climatico.
Lo riporta il Financial Times, sottolineando che Shell non rinnoverà il prossimo anno la sua iscrizione all'American Fuel & Petrochemical Manufacturers, l'associazione che rappresenta quasi 300 società petrolifere e di prodotti chimici.
La decisione è legata all'opposizione della lobby alla carbon tax o all'imposizione di un prezzo per le emissioni di gas serra. Shell al momento resterà comunque in altre organizzazioni di settore, quali l'American Petroleum Insititute. La revoca dell'iscrizione della Shell e le richieste per l’assemblea dell’ExxonMobil mostrano la pressione degli azionisti sui grandi gruppi petroliferi affinché rispettino gli standard sulle emissioni.