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Economia
Sidief, 4 milioni di utile 36 di ricavi e nuovi investimenti per 17 milioni

Bilancio più che soddisfacente per Sidief: chiude il bilancio 2017 con oltre 36 milioni di euro di ricavi e un utile netto a 4 milioni e mette in cantiere ulteriori investimenti  per circa 17 milioni di euro in interventi di ristrutturazione e restauro del proprio patrimonio immobiliare. In speciale  modo interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria di alcuni fabbricati di prestigio di Roma, Venezia e Torino. Lo hanno affermato a Napoli il presidente e il direttore generale della società, Mario Breglia (nella foto al centro) e Carola Giuseppetti, in occasione della presentazione dei lavori di restauro conservativo di parte della Galleria Umberto I, di proprietà della stessa Sidief, per un importo di 3 milioni di euro. Costituita a Milano nella metà degli anni settanta, con l’obiettivo prevalente di assicurare una sistemazione abitativa ai dipendenti della Banca d’Italia addetti alle filiali del centro e nord Italia, con il tempo a Sidief è stato conferito un compendio composto di immobili residenziali e altri ad uso commerciale e uffici, situati prevalentemente nel centro-sud, attraverso un’operazione di aumento del capitale sociale fino agli attuali 507 milioni di euro. Con questa acquisizione la “nuova” Sidief, operativa dal 1 gennaio 2014, è divenuta una delle principali società immobiliari italiane, con un patrimonio di circa 9mila unità immobiliari di cui il 91% è concentrato nelle regioni Lazio (69,2%), Lombardia (10,2%), Abruzzo (6,0%) e Campania (5,6%).

La Galleria Umberto I di Napoli rappresenta uno dei più riusciti episodi architettonici nel clima di rinnovamento urbano che ci fu a seguito dell’epidemia di colera del 1884. Perfetta espressione delle nuove istanze borghesi napoletane, la grande galleria in ferro e vetro riunisce nella sua realizzazione sia la sperimentazione delle nuove tecnologie nascenti, sia il soddisfacimento delle nuove spinte commerciali e speculative. A differenza della sorella milanese Vittorio Emanuele, la Galleria Umberto I non è l’opera e l’idea di uno solo, ma è il risultato del concorso di più professionisti napoletani, che si sono avvicendati nel corso della fase progettuale e di quella realizzativa. La paternità dell’opera è stata da sempre conferita a quattro personalità: all’ingegnere Emmanuele Rocco per il progetto iniziale, all’ingegnere Francesco Paolo Boubée per la progettazione della copertura in ferro e vetro, all’ingegnere romano Ernesto Di Mauro e all’architetto Antonio Curri l’apparato decorativo.

“Il progetto di restauro avviato dalla Sidief -ha affermato Carola Giuseppetti- è stato condotto con la consapevolezza dell’importanza di organizzare ed eseguire le attività conoscitive di indagine con le tecniche più avanzate di diagnostica finalizzate a orientare in modo inequivocabile le successive attività di restauro. Si è trattato di operazioni di restauro che incrementano il valore della Galleria non solo nei suoi puntuali aspetti geometrici e materici, ma con particolare forza, nella più complessa immagine generale pronta per essere tramandata alle generazioni future”.

A sua volta Mario Breglia, presidente di Sidief, ha tenuto a precisare che la società continuerà anche per il futuro ad investire sul patrimonio aziendale. “Abbiamo presentato alla Banca d’Italia un piano d’investimenti, siamo in attesa della sua definitiva approvazione. Il nostro obiettivo prioritario è valorizzare il patrimonio immobiliare, oggi concentrato in ventidue città italiane”.   

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