Economia
SkinLabo verso la liquidazione: tramonta il digital brand di cosmetici sostenuto dai big della finanza italiana
Il bilancio del 2023 s’era chiuso con una perdita di 4,6 milioni di euro a fronte di ricavi per soli 1,7 milioni

SkinLabo in liquidazione: il fallimento del brand beauty che aveva conquistato i grandi investitori italiani
SkinLabo, il primo digital brand italiano della cosmetica, è arrivata al capolinea e la sua liquidazione decisa poche settimane fa ha colpito nomi importanti della finanza e dell’imprenditoria italiana che ci avevano investito sperando ovviamente in miglior fortuna. Andiamo con ordine: lo scorso 10 febbraio a Torino s’è svolta un’assemblea straordinaria dei soci di SkinkLabo, guidata dal presidente Claudia Sgualdino, che ha deliberato la messa in liquidazione.
Lo scioglimento è avvenuto perché “purtroppo le contingenze sfavorevoli - verbalizza la Sgualdino - nonostante la profusione di sforzi, anche economici, di alcuni soci inducono il consiglio d’amministrazione, al fine di evitare peggiori scenari, di proporre la messa in liquidazione, non vedendosi in un prossimo futuro la possibilità di un’utile prosecuzione dell’attività sociale”. C’è da osservare che il bilancio del 2023 s’era chiuso con una perdita di 4,6 milioni di euro a fronte di ricavi per soli 1,7 milioni e che l’azienda, nata nel 2016, aveva accumulato perdite non ripianate per quasi 17 milioni.
Ma chi aveva investito in SkinLabo? Primo azionista con il 35,5% è la Sideplan Investment ma poi a libro soci compaiono due importanti società di gestione, la Otto A+ Sgr e la Vertis Sgr. Con quote minori, poi, figurano alcuni “vip”: la Lunedes di Giuseppe Cornetto Bourlot e della moglie Claudia Merloni, la Seven di Angelo Mario Moratti (figlio di Massimo), la Luiss Alumni 4 Growth (società d’investimenti dell’omonima università romana di Confindustria), la Mistral di Walter Ricciotti (a.d. di Quadrivio Sgr), la Magenta Consulting del noto consulente aziendale Marco Costaguta, la notaia torinese Caterina Bima, la Immobiliare.it (noto portale di compravendite immobiliari), la Maire Investments di Fabrizio Di Amato (patron della quotata Maire Tecnimont), la Alisei e la Buenafortuna rispettivamente di Aldo e Beppe Fumagalli, i due fratelli già proprietari della Candy e la Artom Strategy di Arturo Artom.
SkinLabo voleva offrire un’esperienza di cosmetica di alta qualità con un modello business direct to consumer che prevedeva la vendita esclusivamente nel negozio online.