Smartphone ammazza banche. Chiudono più di 3.000 filiali
I numeri della cura dimagrante del sistema bancario italiano. Inoltre, per Kpmg in 5 anni spariranno almeno 7 mila sportelli
Più in generale, come ha già fatto notare il presidente dell’Abi, Antonio Patuelli, la tendenza al dimagrimento non riguarderà certo solo i “big” nazionali e dopo i 1500 sportelli circa chiusi tra il 2015 e il 2016 la prospettiva di alcune altre migliaia di chiusure in tutta Italia è concreta, almeno quanto quella di un’ulteriore concentrazione del settore che ad oggi vede 117 tra gruppi bancari e banche indipendenti e 214 istituti di credito cooperativo, un numero di soggetti che potrebbe ridursi drasticamente entro la fine dell’anno (si parla di non più di 110 banche, mentre gli istituti di credito cooperativo sono destinati ad essere raggruppati in soli 3 gruppi bancari, per un totale di 113-114 soggetti).
Tra i contraccolpi della crisi e quelli della politica monetaria varata dalla Bce per far ripartire l’Europa, le trasformazioni portata dalla digitalizzazione dei servizi e la concentrazione del settore, che spinge le banche a ulteriormente razionalizzare la presenza sul territorio, secondo Kpmg entro i prossimi cinque anni a fronte dei 29.335 sportelli esistenti a fine settembre scorso, in Italia potrebbero chiudere per sempre le serrande altre 7 mila filiali, portando a circa 22.000 il totale nazionale. Non è escluso, tuttavia, che il trend possa ulteriormente accelerare e far calare il totale sui 20 mila sportelli o anche meno entro il 2023: le premesse ci sono tutte, il rischio che a furia di tagliare filiali e personale si riduca al lumicino anche la possibilità di far tornare a crescere l’attività di molti istituti.
Luca Spoldi