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Economia
Smartphone, Cina e India e il low cost: perché l'inflazione non decolla

Vi piace la tecnologia, vero? Bello chattare con il telefono intelligente, farsi i selfie, pubblicarli sui social e fare acquisti on-line: un mondo fantastico una pacchia! Peccato che il nuovo paradiso tecnologico sia una vera e propria dittatura che, come tutte le dittature, prima o poi è destinata a saltare. Il problema indotto dalle nuove tecnologie si chiama inflazione. Bassa inflazione. Bassissima. Un guaio che neppure SuperMario Draghi, il genio della lampada, riesce a risolvere.

Neppure a lui riesce a raggiungere quel benedetto 2% d'inflazione ritenuto da tutti la chiave che spalanca le porte del paradiso. Perchè è così importante? Semplice, un regime di "bassa inflazione" comporta una lunga serie di incagli al grande ingranaggio dell'economia: il mancato aumento dei prezzi e dei salari, rendimenti inchiodati sullo zero, una zavorra per i debitori che senza l'inflazione vedono aumentare il peso del macigno.

Manca sapore nel piatto, perché l'inflazione è come il sale, troppa fa salire la pressione, senza è insipido, il giusto (2%) rende tutto più gustoso. Qualche sapientone alza il dito e sostiene che la causa dell'inflazione che non parte è il basso costo delle materie prime. Errore da matita rossa. Nel 2008 il costo del petrolio era schizzato su come un aerostato a 150 dollari il barile, una bella cifra: eppure l'inflazione si accese appena, fioca come una lampadina cimiteriale.

Ma allora qual è il motivo dell'inflazione che non parte? Forse, impegnati come siete a scattarvi selfie e a chattare con gli amici, non vi siete accorti che ultimamente nel mercato del lavoro hanno fatto ingresso circa 2 miliardi di nuove braccia, forza lavoro proveniente da Cina e India. Un bellissimo progresso per loro che prima un lavoro non l'avevano o languivano con la zappa nei campi. Così, con l'ingresso di una smisurata riserva di forza lavoro a basso costo, il lavoratore è diventato l'inconsapevole strumento che calmiera l'inflazione. L'equazione, semplicissima, è dunque la seguente: molta disponibilità di forza lavoro = bassi salari; bassi salari = bassa inflazione.

Una realtà denunciata più volte, sia pure con discorsi diversi, da Super Mario e da Papa Francesco, sì proprio lui: il capo della cristianità e quello della BCE uniti nella lotta! Se vi piace la tecnologia ve l'ho già chiesto. Adesso vi faccio un'altra domanda retorica: vi piacciono i prezzi bassi di Ikea, Rayanair, Amazon e di tutte le imprese che formano l'impero del low-cost? Loro, le nuove tecnologie, ci sguazzano in questo mondo fantastico dell'inflazione che non cresce. E ci raccontano la bellissima favola dei grandi, meravigliosi vantaggi che questo nuovo mondo - l'impero del low-cost - offre al consumatore Re.

Proprio lui, il nuovo sovrano che ha rubato il trono al lavoratore, il protagonista di tutto il Novecento. Che bello amici risparmiatori, paghiamo meno merci, prodotti e servizi! Che meraviglia, che paese dei balocchi, che lusso, che mondo fantastico. Tutto vero finchè si ha un lavoro. Ma se perdi il tuo lavoro, il mondo meraviglioso ti mette fuori. Da tutto, anche dal fuoco ottico dei selfie.

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