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Economia
Smemoranda, rosso da 40 mln e licenziamenti tabù: il crac oscurato dalla Sx
Gino Vignali, Michele Mozzati e la Smemoranda

Smemoranda, licenziamenti e crac sono un tabù. Ecco cosa è successo

I lavoratori che alla fine di marzo sono rimasti a casa senza lavoro si sono affidati a diversi studi legali del lavoro e attendono il 9 ottobre, quando si terrà al tribunale di Milano l’udienza per la messa in liquidazione della società. C’è chi spera di recuperare gli stipendi arretrati, Tfr e ferie non godute, o almeno parte dei contributi pensionistici. Dietro a Smemoranda group, infatti, ci sono manager che nel 2020 avrebbero deciso di non pagare più i contributi dei propri dipendenti senza comunicarlo. Non solo. 

"Ci sono imprenditori che, racconta La Verità, mentre i dipendenti erano a casa in cassa integrazione (quasi 20 mesi durante la pandemia) si sono aumentati gli emolumenti assegnando premi produzione a loro stessi, durante i mesi di cassa integrazione c’è chi ha continuato a lavorare, anche fuori dall’orario di lavoro, per consentire all’azienda di mettere sul mercato i prodotti e continuare a fatturare. Peccato che la sinistra e la Cgil, da sempre attenti ai lavoratori e alla tutela dei diritti, abbiano deciso di guardare dall’altra parte".

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