Economia
Société Générale, Bini Smaghi: "La Bce frena le fusioni a livello europeo"
Il presidente della banca francese lancia l'allarme: "Per arrivare ad un sistema simile a quello americano bisogna creare più valore per gli azionisti"
Société Générale, Bini Smaghi bacchetta la Bce e auspica l'unione dei mercati dei capitali
Lorenzo Bini Smaghi, presidente della banca francese Société Générale, affronta vari temi, dal futuro del suo gruppo a quello più in generale degli istituti di credito europei. Bini Smaghi si rivolge in particolare alla Bce, ma anche alle decisioni prese dai singoli Stati dell'Unione europea, Italia compresa. "L’unione bancaria e quella dei mercati dei capitali - dice il presidente di SocGen a Il Sole 24 Ore - devono progredire insieme per avere successo. Non ci può essere un mercato dei capitali unico se la liquidità bancaria, che è la base del mercato finanziario, non circola liberamente e se non ci sono operatori europei di dimensioni tali per sostenere quel mercato, a cominciare dalle banche. E non ci può essere unione bancaria senza una unione dei mercati dei capitali, nel quale le banche possono rivendere una parte dei loro bilanci, ad esempio attraverso operazioni di cartolarizzazione".
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"Il rischio di competitività con le banche americane - prosegue Bini Smaghi a Il Sole - effettivamente c’è, soprattutto se gli americani decidono di tornare indietro rispetto agli impegni presi nell'accordo di Basilea. Ma in Europa il vero rischio per le banche europee è l’incertezza regolamentare e politica. Le iniziative messe in atto in vari paesi europei per tassare le banche, le decisioni della Bce di cambiare retroattivamente le condizioni di alcune linee di finanziamento, di imporre una riserva obbligatoria non remunerata e i costi crescenti di una vigilanza sempre più intrusiva, ad esempio nel settore della transizione climatica, aumentano il costo del capitale e deprimono le valorizzazioni bancarie, sia nel confronto con gli Stati Uniti sia rispetto ad altri settori economici".