Economia

Spiagge, l'autogol dello Stato. Fatturati cento volte il canone mai riscossi

Affitti da poche migliaia di euro l’anno anche nei lidi di lusso dei vip. Il report di Legambiente. Giro d'affari da 15 mld ma le tasse sono ai minimi

Spiagge, Papetee e Twiga pagano briciole rispetto al guadagno

Il governo ha deciso, dopo aver ascoltato il parere del Consiglio di Stato, che a fine 2023 tutte le concessioni balneari verranno annulate e ci saranno nuove gare d'appalto. La decisione però - si legge sulla Stampa - stando al report di Legambiente sta costando alle casse italiane parecchi soldi. Gli ultimi dati disponibili certificano 115 milioni di euro di entrate ogni anno, di cui solo 83 effettivamente riscossi. E risultano ancora da versare 235 milioni di canoni non pagati dal 2007. Come dice Legambiente, sembra quasi che allo Stato non interessino i soldi delle spiagge. Eppure il giro d’affari dei 12.166 stabilimenti è stato stimato da Nomisma in almeno 15 miliardi. Nel rapporto sulle spiagge di Legambiente sono indicati gli affitti pagati dagli stabilimenti più noti, dove il costo di lettini e ombrelloni arriva a mille euro al giorno come nel caso del Twiga.

Qualche esempio: A Santa Margherita Ligure, - prosegue la Stampa - il Lido Punta Pedale versa all’erario 7.500 euro l’anno, il Metropole 3.600, il Continental 1.900. A Forte dei Marmi il Bagno Felice corrisponde 6.500 euro per 4.860 metri quadri occupati. A Punta Ala, l’Alleluja 5.200 euro per 2.400 metri e il Gymnasium 1.200 per 2.100 metri. A Capalbio, lo stabilimento l’Ultima Spiaggia versa 6 mila euro per 4.100 metri quadri. Il Luna Rossa di Gaeta ne sborsa 11.800 mentre il Bagno azzurro di Rimini 6.700. In Sardegna, per le 59 concessioni di Arzachena, lo Stato porta a casa solo 19 mila euro. Il Papeete beach di Milano Marittima del leghista Massimo Casanova paga 10 mila euro di affitto rispetto a un fatturato di 700 mila.

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