Economia

Stellantis, la quota di Exor continua a perdere valore. Il confronto con i tempi dello strapotere della famiglia Agnelli

di redazione economia

Il tracollo delle quotazioni del gruppo Stellantis riporta le lancette indietro di almeno tre anni

Stellantis, dentro la crisi. Il dato sorprendente arriva dai numeri di Borsa

Le dimissioni di Carlos Tavares hanno fatto emergere in maniera ancora più chiara tutte le difficoltà di Stellantis, il passo indietro del ceo è stato anticipato proprio perché la situazione è veramente critica. Pesa in particolare la questione dell'elettrico, Tavares non ha saputo prendere una posizione netta e questo ha inciso parecchio sulle perdite del gruppo. In termini di vendite di auto ma anche di valore della società. La quota del 14% di Stellantis in capo a Exor - riporta Il Sole 24 Ore - vale meno di quel pacchetto del 28,6% che per anni ha garantito alla famiglia Agnelli il controllo di Fca. Il dato, sorprendente, arriva dai numeri di Borsa dove il tracollo delle quotazioni del gruppo Stellantis riporta le lancette indietro di almeno tre anni.

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Il 18 gennaio 2021, primo giorno di quotazione del gruppo italo-francese, le azioni Stellantis - prosegue Il Sole - guadagnarono il 7% segnando un prezzo di 13,5 euro con una capitalizzazione di Borsa complessiva di 42 miliardi. Qualche giorno prima l’ultima capitalizzazione segnata da Fca registrava un valore del gruppo di 19 miliardi di euro che si traduceva in un valore della quota del 28,6% nelle mani di Exor di 5,5 miliardi di euro. Se si guarda al pacchetto del 14% della holding in Stellantis si scopre che oggi, a distanza di tre anni da quel momento storico, il valore arriva a 5 miliardi, mezzo miliardo in meno di quello deteneva nella sola Fca.

Colpa del momento delicato del settore, alle prese con le incertezze sul futuro dell’elettrico e con una crisi di identità senza precedenti, ma anche di qualche passo falso commesso da Tavares, secondo gli analisti, partendo dalla complessa gestione della riduzione scorte in Nord America, fino ai ritardi nel lancio dei nuovi modelli. Il tutto aggravato dalla pressione dei prezzi, dalla concorrenza cinese e dai probabili dazi.

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