Economia

Stellantis inizia a sbaraccare in Italia. Ducato a Gliwice. Lettera sindacati

di Andrea Deugeni

Si ferma anche Melfi, il più grande sito italiano. Salgono i timori delle sigle che scrivono al governo non solo per i chip. Il video sulla fabbrica polacca

Non c’è solo la tempesta perfetta della mancanza di microchip e del blocco temporaneo delle forniture come acciaio, plastiche i cui prezzi sono saliti alle stelle a spingere i sindacati metalmeccanici dell’auto a prendere per la seconda volta da inizio estate carta e penna per scrivere ai ministri dello Sviluppo Economico e del Lavoro Giancarlo Giorgetti e Andrea Orlando e chiedere l'apertura di un tavolo automotive con Stellantis e arginare così gli impatti lavorativi provocati dalla carenza di semi-conduttori. Carenza già costata al gruppo guidato da Carlos Tavares e presieduto da John Elkann nel primo semestre dell’anno 700.000 veicoli (circa il 20% della produzione). Numero destinato a salire da qui a fine anno e che potrebbe continuare a incrementare anche nel 2022.

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Carlos Tavares e John Elkann

Gli stop in Italia per tutto settembre degli stabilimenti della Sevel di Atessa in Val di Sangro (Abruzzo), di Pomigliano e di Melfi ora arrivano, dopo un crollo della domanda per l’impatto della pandemia (e il settore auto stenta a ricuperare i livelli pre-Covid), in un contesto che deve fare i conti con la transizione ecologica del mercato delle quattroruote, la riconversione di interi comparti dell’indotto e una fusione in corso. Operazione che già al momento del varo presentava criticità su sovrapposizioni, sovraccapacità produttiva e ammontare dei costi complessivi che per gli stabilimenti italiani, come spiegato dallo stesso Tavares ai sindacati, sono superiori a quelli delle fabbriche spagnole e francesi.

Il quadro in una situazione di mercato non ottimale potrebbe spingere a fine anno Tavares, che sta disegnando il primo piano industriale di Stellantis (da presentare a inizio 2022), a intervenire sulla forza lavoro e sulle fabbriche per riuscire a centrare i target della fusione mentre i siti produttivi dei singoli Paesi dell’impero Fca-Psa si fanno concorrenza portando ognuno avanti le proprie rivendicazioni.

Ed è proprio la scure di inizio anno a preoccupare maggiormente le sigle delle tute blu, paura che le ha spinte a scrivere una lettera (che Affaritaliani.it pubblica) a Giorgetti e a Orlando per sollecitare in ultima battura Stellantis ad alzare il velo sulle proprie intenzioni prima che vengano messe nero su bianco nel nuovo business plan, mettendo i sindacati nella posizione di poter dire la loro soltanto a valle.

(Segue...)