Economia

"Stellantis, tavolo con azienda e Giorgetti". Il grido della Fiom sulla crisi

di Andrea Deugeni

Ancora crollo delle immatricolazioni in Europa: Stellantis fa -22,4%. La crisi dell'indotto: parla il responsabile automotive della Fiom Michele De Palma

Oltre a quello su Blutec, fra i tavoli di crisi del settore auto ci sono quelli su Industria Italiana Autobus, Bosch Bari, Cnh Iveco Bekaert. Quali sono quelli più in emergenza?
"Sono tutti in emergenza. Il rischio che vedo è che nelle prossime settimane si moltiplicheranno. Pensi all'area di Melfi, in cui la cassa integrazione è stata prolungata fino a giugno, come reggerà un'area industriale senza volumi a disposizione? A Cassino sono anni che non si apre uno stabilimento nell'indotto automotive".

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Parliamo di Iveco che, con Fiat Powertrain, ha circa 11.500 dipendenti in Italia. Dopo che Giorgetti ha minacciato il golden power nei confronti dell’opzione di vendita da parte di Cnh ai cinesi di Faw, siete più tranquilli?
"Assolutamente no, innanzitutto ad oggi non sappiamo a che punto è la trattativa. In secondo luogo, ci sarebbero anche delle ipotesi di aggregazione con un ruolo pubblico. Se la famiglia Agnelli decide di mettere in vendita un pezzo di Iveco, forse sarebbe il caso per lo Stato di valutare l'ingresso in una controllata di Stellantis in grado di garantire produzioni e attività di ricerca e sviluppo interessanti per l'Italia e il mercato". 

In Magneti Marelli, dopo la vendita, la gestione giapponese si è aperta subito a fine 2019 con la cassa integrazione. Ora come sta andando?
"Non c'è un piano per gli stabilimenti italiani.  Le linee che puntavano all'assemblamento del motore elettrico per la Porsche e che erano a Bari sono stati spostate in Germania. Il motivo? I Paesi contano e il nostro deve far sentire la propria voce". 

@andreadeugeni