Economia

Lo Stato fa accordi con le aziende del tabacco. Ma allora perché i divieti?

L'opinione di Ezio Pozzati

Che l'economia si basi su tutti i settori produttivi è una realtà, produce reddito e posti di lavoro, ma anche accise: le contraddizioni dello Stato

Perché si fanno accordi con una multinazionale del tabacco se poi si vogliono aumentare i divieti? La sindrome di Tafazzi

A Modena scatta il divieto di fumo nei dehors e nei parchi. A livello nazionale si era diffusa la notizia - per ora smentita dai diretti interessati - di rendere lo "stop" alle bionde ancora più stringente. Quello che stona un po' è che in Italia abbiamo una società che si chiama Philip Morris ed è una multinazionale del tabacco, la quale ha stipulato un accordo con il Ministero dell'Agricoltura, per un importo di 500 milioni di euro, per sostenere la filiera del tabacco. L'Italia è uno dei maggiori produttori di tabacco d'Europa.

L'impegno da parte della PM è di acquistare 21.000 tonnellate di tabacco ogni anno da lavorare presso lo stabilimento di Crespellano (BO). Ora, non vi sembra che ci sia qualcosa che non va? Per cultura non mi piace il “proibizionismo” tout court perché mi ricorda tanto quello degli anni '30 in America. Che i bambini e le persone in generale debbano vivere in un ambiente sàlubre sono pienamente concorde, allora la domanda è: ma provare a sostituirsi in toto al libero arbirtrio è forse un po' troppo.