Economia

Talents in Motion: le competenze 4.0 spiegate ai ragazzi

Talents in Motion: a Milano 250 studenti universitari a confronto con imprenditori e manager sulle competenze del futuro

Dall'incontro Talents in Motion organizzato con UniCredit è emerso che in una società in cui il lavoro cambia velocemente e nella quale l’innovazione digitale spinge per soluzioni sempre più innovative, ciò su cui debbono investire i giovani è un mix di competenze tecnologiche, spirito imprenditoriale e coraggio.

È questo uno dei messaggi emersi a Milano nel corso dell’incontro “COMPETENZE 4.0: L E SKILL DEL SUCCESSO”, svoltosi presso la UniCredit Tower Hall di Milano e è organizzato da Talents in Motion in collaborazione con UniCredit

Talents in Motion negli scorsi mesi ha “dato avvio” al Think Tank “Competenza vs Conoscenza” con lo scopo di individuare e seguire azioni concrete per migliorare il mismatch tra domanda aziendale offerta universitaria. L’incontro di oggi si inserisce in queste progetto più ampio ed è il primo che si rivolge a studenti universitari.

Patrizia Fontana, head hunter e Presidente di Talents in Motion (primo progetto di csr per attrarre i talenti nel nostro Paese) e Pietro Campagna, Co-Head Global Transaction Banking Italy di UniCredit, con la partecipazione di Direttori HR di aziende multinazionali, referenti di start-up, digital company e società di consulenza, hanno incontrato oltre 200 studenti universitari per discutere di come il mondo del lavoro stia cambiando e quali competenze richieda.

Intervistato da Affaritaliani.it Pietro Campagna di UniCredit ha ricordato: “Le competenze in un mercato del lavoro come quello attuale sono molto diverse rispetto al passato. Un tempo le banche cercavano laureati in economia, giurisprudenza e scienze politiche; oggi – in un mondo dove sono cambiate le necessità dei clienti e, di conseguenza è mutato il modo di fare banca – abbiamo bisogno di profili con background tecnico-scientifico. Penso alle competenze statistiche, tipiche dei data officer per estrarre dati ed elaborarli così da trarre informazioni utili a costruire servizi personalizzati sui clienti. Penso anche a parole come artificial intelligence e machine learning, entrate a pieno titolo nel lessico bancario. Poi ci sono le competenze tradizionali, soprattutto quelle trasversali che servono a gestire la relazione con il cliente nonostante si vada sempre più verso un approccio digitale. Per finire, oggi è importante per le banche stringere collaborazioni forti con il fintech nell’ottica di arricchire il proprio portafoglio di soluzioni avvalendosi del meglio che può offrire il mercato. Un esempio per Unicredit è quello del dynamic discounting dove, per ottimizzare il capitale circolante delle nostre aziende abbiamo integrato la soluzione innovativa sviluppata dalla fintech FinDynamic”.

Nel corso dei lavori è stato ricordato come oggi quello che conti maggiormente nella struttura organizzativa dell’impresa sia la persona, con una specifica enfasi sullo sviluppo di capacità relazionali, la capacità di lavorare in team e una forte propensione al pensiero strategico e innovativo. Come dire, le skill tecnologiche si danno per assodate, torna al centro la persona. La rigida impostazione organizzativa e burocratica è stata progressivamente spazzata via, lasciando il posto – anche in grandi gruppi – a formule di lavoro più elastiche, delocalizzate dal classico ufficio, tutte necessarie per valorizzare al massimo le potenzialità degli individui.

Ne ha parlato Paolo Lucarini, Partner di PwC TLS, che ad Affaritaliani.it ha approfondito: “Le competenze 4.0 sono le competenze tecniche di base, quelle che si imparano andando a scuola fino all'università. Oggigiorno questo non basta: quello che serve sono le soft skill. PwC vuole questo dai suoi ragazzi e fin dall'inizio li accompagniamo per farli crescere: se crescono loro c'è una buona probabilità che cresceremo tutti quanti insieme”.

Talents in Motion: startup sono un'opportunità per la crescita economica ma anche per i giovani

In questo contesto le start-up costituiscono un elemento chiave non solo per la crescita economica del sistema paese ma anche per fornire ai giovani l’opportunità di fare impresa ed innovare. Un esempio di startup virtuosa è FinDynamic, partner di UniCredit che aggiunge servizi innovativi al portafoglio del Gruppo bancario. “Unicredit è entrata nel nostro capitale 8 mesi fa dando un boost per la creazione di nuovi prodotti e la commercializzazione del prodotto attuale”, ha confermato ad Affaritaliani.it Enrico Viganò, Ceo e founder FinDynamic. “La partnership di successo servirà per lanciare strumenti innovativi dedicati alle imprese sul mercato domestico e internazionale”. “Il fintech in Italia”, ha proseguito Viganò, “sta nascendo adesso. Poter lavorare al fianco di grandi banche con importanti competenze è una bellissima esperienza, che dà la possibilità a un giovane di crescere molto più velocemente all’interno di un sistema innovativo. Tra le figure più ricercate sicuramente gli sviluppatori. Tra le competenze richieste passione e volontà di mettersi in gioco”.

Ancora sul tema startup Claudia Pingue, General Manager PoliHub, ad Affaritaliani.it ha spiegato: "Per far vivere le nuove imprese, le competenze necessarie sono afferenti all'ambito tecnico, le cosiddette competenze delle discipline stem, imprescindibili per le aziende hi-tech; affianco a queste competenze hard, è importante mettere in luce le capacità afferenti all'ambito delle soft skill. Per PoliHub sono fondamentali la creatività, la capacità di adattamento e il problem solving. Il tema della attitudini è rilevante per lo sviluppo delle nuove imprese. Siamo convinti che si possano insegnare competenze che rendano più facile la creazione delle nuove imprese. Con PoliHub abbiamo delle call attive che hanno la finalità di selezionare nuovi progetti, studenti, persone che vogliono lavorare con noi all'interno di percorsi di accelerazione imprenditoriale. La prossima call partirà all'inizio del prossimo anno: seguiteci".

Per Fausto Palumbo, Direttore HR Nestlè “il competitor principale di oggi è la piccola strartup locale che vince con la flessibilità, l'agilità, la velocità, la connettività”. Per Nestlè essere competitivi significa questo: essere agili, veloci, reagire a un mercato estremamente veloce. Le skill evolvono ma ci sono competenze trasversali cruciali: tutti devono avere competenze tecnologiche e, soprattutto, in un mondo connesso come il nostro, sempre più servono le skill umane dell'empatia, della leadership, le cosiddette competenze umanistiche. Il successo dipende dalla capacità di fare rete".