Economia
Telecom, Niel: mi muovo da solo. Niente diritti di voto fino a giugno 2016
Telecom, Niel balla da solo. Njj Holding, la società dell'imprenditore francese conferma su richiesta della Consob di operare per proprio conto e di non agire in concerto con terzi per quanto riguarda la quota acquistata in Telecom Italia . Per ora Xavier Niel avrebbe investito già 1,1 miliardi di euro in Telecom Italia, di cui 800 milioni per l'equity swap sul 5,1% del capitale ordinario e 300 milioni per le opzioni call e l'investimento potenziale, sulla base del prezzo di chiusura di ieri delle azioni Telecom Italia di 1,263 euro con una capitalizzazione di 23,2 miliardi, e' addirittura di 3,5 miliardi. Tuttavia, la "partecipazione potenziale" che ha in mano non gli permette di esprimere il diritto di voto per ora almeno fino a giugno 2016, come ha spiegato nella nota ufficiale Njj Holding.
Infatti, i diritti di voto non saranno esercitabili fino a che non verranno consegnate le azioni sottostanti alle opzioni che prevedono un regolamento in azioni, la prima delle quali scadra' a giugno del 2016, come previsto per le opzioni europee (le opzioni americane gli avrebbero dato la possibilita' di entrare sin da subito in possesso delle azioni). Alla data di ieri, Niel detiene attraverso Rock Investment una posizione lunga complessiva pari al 15,14%, di cui il 5,1% in forza di opzioni "cash settled" ovvero che prevedono il regolamento per cassa, e il 10% in forza di opzione "share settled" quindi con regolamento in azioni/per cassa. Tutte le opzioni di acquisto sono europee e con date di regolamento delle opzioni comprese fra giugno 2016 e novembre 2017.
Allo stato attuale quindi, l'imprenditore francese ha effettuato un investimento non indifferente, tra l'altro con il prezzo delle azioni ai massimi degli ultimi anni, in una societa' nella quale non ha, e non avra' ancora per un po' alcuna voce in capitolo. Non avendo azioni Telecom, ma solo opzioni call europee, il finanziere non ha quindi la possibilita', ad esempio, di richiedere la convocazione di un'assemblea per eleggere un nuovo board (e' sufficiente detenere una quota del 5%) o di rivendere subito le azioni, magari in un'eventuale Opa lanciata da terzi sin da subito. Secondo alcune indiscrezioni potrebbe avere una quota inferiore al 2%, quindi non soggetta a comunicazioni obbligatorie, ma anche in questo caso cambierebbe poco per la societa' guidata da Marco Patuano.
Nella nota Niel assicura di agire "per proprio conto e non in concerto con terzi" nell'operazione su Telecom Italia, smontando definitivamente l'ipotesi di un asse con Vivendi; e sabato scorso il patron di Iliad ha gia' rassicurato il presidente di Telecom Giuseppe Recchi durante un incontro a Parigi sul fatto che si tratti di una mossa "amichevole" escludendo il pericolo Opa. E il mercato sembra crederci, dato che a Piazza Affari le azioni Telecom scambiano intorno a 1,25 euro, non distanti dagli 1,26 euro della chiusura di giovedi' scorso, data dell'exploit di Niel. Tutti gli indizi portano al momento a pensare che si tratti di un investimento finanziario. Tuttavia, qualora le opzioni fossero esercitate, resta ancora difficile capire, ove ci fosse, il disegno sottostante dell'operazione.