Economia
Tempi di crisi, che cosa ne sarà dei soldi degli investitori

Le crisi non arrivano mai da sole. Ecco che, in tempi difficili, gli investitori si pongono la fatidica domanda: "Che ne sarà del mio denaro?"
Crisi energetica, guerra e pandemia: che ne sarà del denaro degli investitori?
Il mondo è un’entità complessa. Almeno è così che lo si percepisce al momento: guerra, pandemia, inflazione, una moltitudine di (focolai di) crisi e di problemi che ne generano altri. Forse anche la prossima crisi economica. Grandi o piccole che fossero, di crisi ce ne sono sempre state. A essere cambiata è la velocità del flusso di informazioni su questi eventi, delle notizie presentate, commentate e interpretate dai canali più disparati, con ovvie conseguenze sui movimenti di borsa.
Con i moderni mezzi di comunicazione, le notizie si susseguono in frazioni di secondo e sono accessibili (pressoché) a chiunque e in qualunque momento. Si riversano sugli utenti dei media come la pioggia in un violento temporale estivo: la tempesta delle “breaking news”. Dal punto di vista di un investitore, dietro tutte le notizie – o le vecchie informazioni “riconfezionate” – aleggia una domanda angosciante: che ne sarà ora del mio denaro?
Fortunatamente (o meglio, sfortunatamente) ci sono persone che si occupano di queste cose ogni giorno, le analizzano, guardano dietro le quinte e sanno come distillare le loro conoscenze in previsioni. È così che rispondono a domande come: dove sarà il Dax tra dodici mesi? E il prezzo dell’oro, del petrolio o del rame? Come si muoveranno i tassi d’interesse da qui a fine anno? O, più in generale, cosa possiamo aspettarci dai mercati azionari globali nelle prossime settimane? Viste le notizie, saliranno o scenderanno? C’è da impazzire...
Il problema (o il bello) è che nessuno lo sa. Le previsioni puntuali sono un goffo tentativo di rendere meno spaventosa l’incertezza latente legata agli investimenti. Fa parte del folklore delle borse: un rituale caro a molti, ma del tutto inutile per gli investitori. E come tale andrebbe anche considerato!
Il problema si pone quando gli investitori si fidano ciecamente delle previsioni e le usano come base per definire le loro strategie di allocazione. A quel punto dovrebbero vivere in una permanente “modalità crash” perché in genere i media diffondono platealmente le previsioni dei profeti di sventura. Perché? Perché le loro teorie si vendono bene.