Economia

"The Italian Way" di UniCredit: le eccellenze italiane tra Covid e ripartenza

Eduardo Cagnazzi

Prende il via dalla Campania la roadmap virtuale dell'istituto di credito sul Made in Italy. L'area Euro è lo sbocco naturale della moda della regione

La Moda italiana, uno dei pilastri dell'economia nazionale e campana che negli anni ha saputo conquistarsi posizioni di leadership a livello internazionale, è messa a dura prova dalla crisi pandemica e oggi è fondamentale programmare nuove strategie per cogliere le opportunità che consentano una ripartenza veloce. Si è parlato di questo nella prima tappa da Napoli di “The Italian Way”, una roadmap virtuale sui settori di eccellenza del Made in Italy, che UniCredit lancia oggi per riflettere con stakeholders ed esperti sui nuovi scenari economici prospettati dal Covid.

La prima giornata è stata dunque dedicata al Fashion. Un settore che contribuisce per il 2,8% all’economia regionale e che fa della Campania il quarto polo rilevante in Italia per numero di imprese attive che operano nel comparto, con il 10%, dietro alla Toscana (22%), alla Lombardia (16%), e al Veneto (11%)

All’incontro, organizzato da UniCredit in collaborazione con Confindustria Campania, hanno partecipato e si sono confrontati sui principali trend, esperti e operatori del settore italiano della Moda. Dopo i saluti introduttivi di Remo Taricani, co-ceo Commercial Banking Italy UniCredit, di Annalisa Areni, regional manager Sud di UniCredit, di Vito Grassi, vice presidente di Confindustria e presidente di Confindustria Campania e di Carlo Casillo, presidente della sezione Moda e Design dell'Unione Industriali Napoli, è seguita una Tavola Rotonda nella quale hanno discusso di prospettive e potenzialità del settore, Giuseppe Attolini, vice presidente Cesare Attolini Spa, Lavinia Biagiotti, presidente e ceo di Biagiotti Group,  Andrea Miranda, amministratore delegato Kocca Srl, e Carlo Palmieri, vice presidente Sistema Moda Italia con delega per il Mezzogiorno e numero due di Pianoforte Holding Spa.

Durante la giornata Roberta Antinarella, Industry Expert UniCredit, ha presentato lo studio di UniCredit sugli effetti del Covid-19 per la filiera delle Moda italiana e campana.

Nello studio si evidenzia come l’alta vocazione estera dell’industria della Moda italiana (con esportazioni che superano il 70% del fatturato), si confronti oggi con uno scenario particolarmente delicato. La Cina, rappresenta il 36% delle esportazioni mondiali del settore e pertanto, il fermo di molte fabbriche cinesi crea problemi di approvvigionamento di materie prime e prodotti finiti per le aziende più esposte.

Nel dettaglio, l’indagine di UniCredit, basata su dati Cerved, ipotizza due scenari per la filiera italiana della Moda -il primo più conservativo (“Soft”) e il secondo più pessimista (“Hard”)- con due ipotesi alternative in merito all’estensione della crisi che prevedono entrambi una brusca discesa nel 2020 e una ripresa nel 2021. Se nello scenario “Soft” il fatturato a fine 2020 arriverà a perdere circa 1/5 del suo valore rispetto al 2019, con una ripresa prevista a partire dal 2021 che potrebbe essere sufficiente a colmare il calo previsto per l’anno in corso, nello scenario “Hard” il calo potrebbe essere maggiore e superare 1/4 del suo valore pre-Covid, con un  rimbalzo significativo ipotizzato nel 2021.  E’ inoltre da sottolineare come l’impatto negativo del Covid sarà sostanzialmente omogeneo a quello medio nazionale per tutte le imprese delle diverse regioni italiane e anche per quelle in cui hanno sede il maggior numero di imprese del settore moda in Italia, tra cui la Campania.

Entrambi gli scenari sono caratterizzati da un deterioramento del profilo di rischio delle aziende del settore causato dai minori ricavi, dalla minore redditività e dal peggioramento della struttura finanziaria delle imprese del settore. Maggiormente colpite risulteranno quelle con maggiore indebitamento e le aziende poco diversificate geograficamente. Più vulnerabili saranno anche le imprese con elevato turnover di proposte rispetto a quelle con una minore rotazione degli stock.

Si evidenzia tuttavia come, dal punto di vista reddituale e patrimoniale, le aziende del Fashion nello scenario pre Covid contavano nel complesso uno stato generale di buona salute. Nell’ultimo quinquennio, infatti, i debiti finanziari sul Patrimonio Netto sono diminuiti (dal 26,7% del 2014 al 19% del 2018), mentre la liquidità sui debiti finanziari è aumentata (dal 26,7% del 2014 al 60,5% del 2018). La bassa incidenza del debito finanziario sui mezzi propri (19% nel 2018) rende le imprese italiane del settore moda solide.

Solidità anche per l'industria campana del Fashion: nell’ultimo quinquennio è diminuita l’incidenza dei debiti finanziari sul patrimonio netto (dal 66% del 2014 al 52,9% del 2018); nello stesso periodo di riferimento si nota come la liquidità delle imprese è cresciuta in relazione ai debiti finanziari (dal 29,5% del 2014 al 37,6% del 2018) 

Dallo studio di UniCredit si evidenzia inoltre come l’export campano del Fashion vale più di 1 miliardo di euro e pesa il 2% rispetto al totale export italiano. L’Area Euro rappresenta il principale mercato di sbocco per i prodotti del Fashion Made in Campania: il 65% delle esportazioni regionali del settore si concentra infatti in Europa. L’indagine mostra pertanto, come esistano  ampi margini di sviluppo per l’industria campana del Settore Moda  verso i mercati a più alto potenziale, come l’Asia, dove attualmente sono rivolte il 13% delle esportazioni regionali.

Con il ciclo di incontri The Italian Way –ha affermato Remo Taricani, co-ceo del Commercial Banking Italy di UniCredit- vogliamo cogliere l’occasione per una riflessione approfondita sulle strategie di rilancio dei settori di eccellenza del Made in ItalyLo studio presentato oggi mostra come il Sistema Moda poggia su basi solide e rappresenta un pilastro della manifattura italiana con il 10% del valore aggiunto,  ma il rischio di perdere posizioni competitive in questa fase storica è alto. Flessibilità, omnicanalità e qualità del Made in Italy saranno i fattori chiave per lo sviluppo delle imprese italiane della Moda nella nuova era post-Covid. Una opportunità importante viene anche dal commercio digitale, che durante il periodo di lockdown ha avuto una crescita importante, perché consente anche ad aziende di dimensioni minori di raggiungere mercati esteri ad alto potenziale. UniCredit sostiene concretamente l’internazionalizzazione con iniziative come Easy Export grazie alla quale abbiamo accompagnato oltre 1.100 imprese ad accedere a nuovi mercati e che hanno aumentato il loro giro d’affari con l’estero del 24%”.

La crisi determinata dalla pandemia -ha dichiarato Vito Grassi- offre anche una grande opportunità: la disponibilità di risorse molto ingenti per lo sviluppo potrebbe finalmente provocare una riduzione del gap strutturale economico e sociale tra Sud e resto del Paese. Nel Mezzogiorno anche poli produttivi importanti, come quello della moda in Campania, scontano la persistenza di nodi strutturali, diseconomie, che impediscono di competere ad armi pari con chi lavora in altre aree. Ridurre il deficit di infrastrutture, reti di trasporto, reti energetiche, digitali, si traduce in maggiore agibilità per le aziende. Questa svolta tanto desiderata darebbe alle imprese del Sud, quelle del Fashion incluse, tanta linfa per recuperare rapidamente il terreno perduto con il lockdown”.

La ripartenza delle imprese italiane della Moda, nella nuova era post-Covid –conclude lo studio di UniCredit- sarà quindi collegata  alle nuove abitudini dei consumatori e alla crescita esponenziale dell’e-commerce che sta cambiando lo scenario di riferimento e i modelli organizzativi delle aziende, favorendo quindi una sempre maggiore flessibilità e spingendo verso l’omnicanalità, con i negozi che oltre alla tradizionale funzione di esposizione, diventeranno anche degli hub distributivi per l’e-commerce. 

Le aziende del settore Moda dovranno quindi cercare di cogliere le opportunità di questa crisi e, oltre a puntare sull’alta qualità del Made in Italy riconosciuto a livello mondiale, potranno introdurre nuove strategie  come sfilate virtuali, showroom digitali, design3D che possono amplificare il canale di vendita del prodotti della moda italiana.

Dopo la tappa di Napoli, il ciclo The Italian Way di UniCredit prevede il seguente calendario di incontri virtuali: il 17 giugno da Roma focus sul Cinema, il 9 Luglio da Palermo si parlerà dell’Agrifood italiano; il 13 luglio da Verona  si affronterà invece il tema del sostegno al settore dell’Arredo e del Design, il 14 luglio da Torino si analizzerà il Settore del Vino, mentre il 21 da Bologna, si parlerà di Meccanica Strumentale. Per concludere, il 23 luglio da Milano si esamineranno le dinamiche del settore Pharma & Healthcare.