Economia

Tim, Giacomoni: "Offerta Kkr buona. Ma serve lo scorporo della rete"

di Marco Scotti

Il presidente della Commissione di Vigilanza su Cdp quali siano aspetti positivi e possibili rischi dell’offerta “amichevole” di Kkr per Tim

“Più che lo spezzatino si dovrebbe valutare lo scorporo tra la rete ed i servizi per accelerare il processo di fusione tra FiberCop e Open Fiber”. Ne è convinto Sestino Giacomoni, deputato di Forza Italia e presidente della Commissione di Vigilanza su Cdp. Raggiunto da Affaritaliani.it, il politico ha spiegato quali siano aspetti positivi e possibili rischi dell’offerta “amichevole” di Kkr per Tim che il fondo americano ha presentato domenica.

Giacomoni, come vede l'offerta di Kkr, l'opa "amichevole" che punta al 100% con un prezzo interessante, ma giudicato da molti ancora bassissimo (0,505)?
"La manifestazione di interesse per TIM da parte di investitori istituzionali non può che essere accolta positivamente, a conferma del fatto che la credibilità di cui gode il governo Draghi attira ingenti investimenti privati ed esteri nel nostro Paese. L’operazione dovrà innanzitutto essere valutata dal mercato, fermo restando le prerogative del Governo in tema di golden power e la valutazione di compatibilità dell’operazione con il raggiungimento degli obiettivi fissati dal Pnrr con il Piano Italia Digitale 2026. Il prezzo è un buon punto di partenza, l’offerta è del 46% superiore rispetto al valore di borsa e garantisce un azionista forte e quindi un “ancoraggio” per Telecom, aspetto non secondario visto l’attuale assetto instabile e non da oggi. Al netto di tutto questo la prudenza è d’obbligo perché Tim rappresenta soprattutto la rete di telecomunicazione italiana ovvero il centro nevralgico della transizione tecnologica che stiamo attraversando".

La Cdp detiene il 9,9% di Tim, vendendo agli americani si libererebbe dall'impasse di avere una posizione sia in Tim che in OF. Ma sarebbe disposta a cedere la sua quota? E a che prezzo?
"Visto il mio ruolo di presidente della Commissione di Vigilanza su Cassa Depositi e Prestiti non posso esprimermi su cosa farà Cdp, ma su cosa farà la Commissione che presiedo e posso assicurarle che la commissione vigilerà, come sempre ha fatto, sugli eventuali investimenti di Cdp per valutarne la sostenibilità economica e finanziaria e la redditività per i risparmiatori postali".

Non c'è il rischio che il governo decida di attivare golden power su un asset così strategico come la rete, di fatto depotenziando l’interesse di Tim per gli investitori?
"Non parlerei di rischio golden power, ma di eventualità. Se il Governo, dopo attenta analisi, deciderà di ricorrere al golden power evidentemente avrà ravvisato rischi per il nostro Paese. Il governo Draghi del resto ha già utilizzato questo “scudo” lo scorso aprile bloccando l'acquisizione cinese di un'azienda lombarda dei semiconduttori".

Non teme lo "spezzatino" per cui, una volta completata l'opa, si inizino a vendere i pezzi pregiati come Noovle, Sparkle e via dicendo?
"L’eventuale passaggio di mano di Tim potrà avvenire fissando una serie di paletti a tutela degli interessi nazionali. Tim è il cuore pulsante di settori decisivi per il nostro futuro: cloud, rete fissa, spettro, data center, cavi sottomarini. Non solo: oltre 40.000 persone lavorano in Tim e l’operazione non dovrà avere ricadute sull’occupazione. Più che lo spezzatino, si dovrebbe valutare lo scorporo tra la rete ed i servizi per accelerare il processo di fusione tra FiberCop e Open Fiber. Avremo così la rete in mano pubblica e ciò consentirebbe anche di superare il vaglio di Bruxelles, che certo non vede bene il fatto di avere un monopolio pubblico in mano privata. La “nazionalizzazione” della rete, con queste caratteristiche, garantirebbe la sicurezza nazionale e lascerebbe inalterata la possibile concorrenza sui servizi".

Per il momento il presidente Gorno Tempini non ha chiesto chiarimenti urgenti sulla governance come altri 11 membri del Cda. Come valutate nella Commissione l'operato di Gubitosi fin qui portato avanti?
"Tim è un operatore privato, quotato in borsa, che offre servizi retail e wholesale in un mercato ormai liberalizzato da più di 20 anni. Spetta, quindi, al Cda e agli azionisti della società giudicare il lavoro dell’Amministratore Delegato. Qualsiasi operazione sulla rete di Tim non può prescindere dal ruolo di Cdp in qualità di azionista, investitore di lungo periodo, a tutela di asset di rilevanza strategica per la sicurezza e difesa del Paese. Vorrei far notare che non è certo un caso che questa operazione arrivi in un momento in cui abbiamo un presidente del consiglio autorevole, alla guida di un Governo forte e credibile, a livello nazionale ed internazionale, anche perché sostenuto da un’ampia maggioranza parlamentare. La presenza di Forza Italia nel governo rappresenta una garanzia per la tutela degli interessi nazionali, dei cittadini, delle imprese e del mercato".