Economia

Tim, si scalda il risiko in vista del cda. Sul tavolo torna l'ipotesi Cvc

Quale sarà il futuro dell'azionariato di Tim dopo che la quota del 10% è passata da cdp a Poste? L'analisi

di Maddalena Camera

Tim, si scalda il risiko in vista del cda. Sul tavolo torna l'ipotesi Cvc 

Quale sarà il futuro dell'azionariato di Tim dopo che la quota del 10% è passata da cdp a Poste? L'interrogativo è d'obbligo vista anche l'intenzione di Vivendi di uscire dall'azionariato. Del resto il primo azionista dell'ex-monopolista con il 23,7% è da tempo in contrasto con il management ed è uscito dal cda nel 2022 contestando in tribunale, per ora senza esito, la vendita della rete fissa.  La vendita a Poste della quota di cdp ha smorzato l'appeal speculativo sul titolo visto che ora Iliad, che sperava di poter acquisire Tim, appare fuori dai giochi  anche per questioni Antitrust. In campo resta il fondo Cvc che era disponibile ad acquisire la quota di Vivendi.

Questa ipotesi, messa al momento in stand-by dal governo, potrebbe essere interessante  dato che Cvc possiede Maticmind, un system integrator, che potrebbe ben sposarsi con Tim Enterprise dato che ora la società deve servirsi di gruppi esterni per questo tipo di servizi. E dunque dato che la compagine azionaria di Tim è in evoluzione non stupisce che il cda di domani del gruppo guidato dall'ad Pietro Labriola potrebbe decidere di spostare a giugno l'assemblea dei soci, prevista per il 10 aprile, quando le questioni potrebbero essere chiarite.  Domani,  oltre all'approvazione del bilancio annuale, tra i punti all'ordine del giorno che Tim potrebbe inserire nell'agenda dell'assemblea potrebbero esserci alcune operazioni di natura straordinaria, come la riduzione del capitale sociale, e le politiche di remunerazione per il top management.

In questo caso il cambio dell'azionariato giocherebbe a favore dell'ad  e dei suoi manager dato che Vivendi ha sempre bocciato premi a favore di Labriola.  Il rinvio consentirebbe di prendere tempo anche se tra i problemi per il passaggio della quota di Vivendi c'è quello del prezzo dato che il gruppo che fa capo alla famiglia del finanziere francese Vincent Bolloré vorrebbe per la sua quota almeno 1,5 miliardi ossia il 50% in più dell'attuale valore del titolo in Borsa ancorato da mesi intorno a 0,27 euro di valore  che vuol dire una capitalizzazione intorno ai 6 miliardi di euro. 

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