Economia
Tim, rumors: il ruolo neutro di Cdp sulla poltrona di Gubitosi

Il Ceo si gioca le chance di restare alla guida della compagnia telefonica col piano di riorganizzazione che illustrerà giovedì al Cda straordinario
Posto che un consiglio di amministrazione straordinario non è mai una buona notizia per il ceo, al momento sembra che tutti gli azionisti e non solo i francesi non siano particolarmente soddisfatti dell’andamento dell’azienda. Secondo quanto può riferire Affaritaliani.it, tra l’altro, non corrisponde al vero neanche l’opposizione di Cassa Depositi e Prestiti a un eventuale avvicendamento.
La posizione di Cdp su Gubitosi
Il che però non rende neanche vero il contrario, cioè che Cdp sia pronta a una crociata anti-Gubitosi. Ed è proprio questo il secondo tema fondamentale: il ruolo della Cassa. Semmai, si può dire che i soci guardano con attenzione alle strategie prossime e venture: nel board di Tim siede Giovanni Gorno Tempini, presidente della Cassa che nel bilancio 2020 ha dovuto iscrivere una diversa valutazione della sua partecipazione.
“Gli investimenti in titoli di capitale – si legge nella relazione finanziaria annuale – ammontano a circa 619 milioni di euro (-265 milioni rispetto a fine 2019). Il decremento è principalmente ascrivibile all’effetto della valutazione al fair value dell’interessenza in Tim Spa”.
Tra l’altro, è difficile credere che la Cassa, cioè espressione del Mef, possa avallare una strategia che prevede la cessione della maggioranza di un asset come la rete a un partner straniero. Si rischierebbe, infatti, l’attivazione immediata della golden power e il congelamento dell’operazione. Dunque, non rimane che aspettare qualche ora per sapere che cosa accadrà in Tim. Sapendo che le acque agitate non fanno necessariamente rima con ribaltone.