Tim, Vivendi torna all'attacco: nuovo ricorso. Ecco che cosa si cela (davvero) dietro la mossa di Bollorè - Affaritaliani.it

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Tim, Vivendi torna all'attacco: nuovo ricorso. Ecco che cosa si cela (davvero) dietro la mossa di Bollorè

Vivendi insiste che la cessione della rete a Kkr abbia danneggiato Tim e dunque i suoi azionisti e ora è pronta a presentare in appello nuove prove

di Maddalena Camera

Tim, Vivendi torna all'attacco: nuovo ricorso 

Vivendi torna battagliera sulla rete dopo che ha visto sfumare le possibilità di vendita a Iliad della sua partecipazione in Tim pari al 23,8%. E dunque, dice Reuters, ha presentato ricorso in appello contro la sentenza del tribunale di Milano che aveva respinto il tentativo del gruppo francese di contestare la vendita da parte di Tim della sua rete di accesso al fondo Kkr

Vivendi si era rivolta al tribunale nel dicembre 2023 per contestare la decisione del consiglio di amministrazione di Tim di vendere la rete, sostenendo che avrebbe dovuto essere sottoposta al voto degli azionisti in assemblea, dove probabilmente non sarebbe passata.

La vendita, del valore di 18 miliardi di euro (più earn out) è stata finalizzata nello scorso mese di luglio ed è stata molto sostenuta dal Mef che spera di poter realizzare la rete infrastrutturale unica unendo Fibercop (ex-rete Tim) a Open Fiber

Il ricorso del gruppo francese che fa capo a Vincent Bollorè però è andato male. Il tribunale lo ha respinto stabilendo che Vivendi non aveva motivo di intraprendere un'azione legale, affermando che non aveva esercitato il suo diritto di convocare un'assemblea degli azionisti, giudicandolo come inammissibile. 

Vivendi però insiste sostenendo che la cessione ha danneggiato Tim e dunque i suoi azionisti e ora è pronta a presentare in appello nuove prove. La mossa potrebbe essere interpretata come una forzatura per costringere il governo italiano tramite il Mef, il ministero delle finanze, che nel frattempo ha fatto cedere da Cdp a Poste il 9,8% di Tim che la Cassa aveva in portafoglio, di accelerare i tempi per una risistemazione dell'azionariato di Tim da cui Vivendi vuole uscire.

Poste potrebbe essere un giusto interlocutore per acquisire un'ulteriore quota di Tim da Vivendi (si parla del 10%) mentre un'altra quota potrebbe essere ceduta al fondo Cvc che era tra i pretendenti, con Iliad, per acquisire la partecipazione dei francesi.  

Domani, 5 marzo, si svolgerà un cda di Tim per comunicare i numeri mancanti al bilancio 2024. Numeri importanti ossia utile e Ebit (ossia il risultato prima di oneri finanziari e tasse) con l'ad Pietro Labriola che porta avanti la battaglia per ottenere, per sé e i suoi manager, i bonus legati alla performance che dovranno essere ratificati dall'Assemblea degli azionisti.

Impresa impossibile se Vivendi sarà ancora presente come azionista al momento dell'assise che è stata spostata dal 10 aprile al 24 giugno. Ovviamente Poste dovrà avere un posto in cda mentre ora, nel board, resta il presidente di Cdp Giovanni Gorno Tempini

Tim ha già reso noto i risultati preliminari del 2024 per quanto riguarda i ricavi che sono stati pari a 14,49 miliardi di euro, in aumento del 3,1% rispetto ai 14,06 miliardi (su base comparabile) ottenuti nell’esercizio precedente, grazie alla crescita ottenuta in Brasile (+6,8%) ma sul fronte dell'utile viene da due anni pesantissimi: il 2023 è stato negativo per 1,44 miliardi mentre nel 2022 la perdita è stata di 2,93 miliardi di euro. 

L'ad Labriola nella presentazione dei dati preliminari ha promesso il ritorno al dividendo, che manca dal 2021, nel 2026 anche grazie alle dismissioni effettuate (la quota Inwit e Sparkle la cui cessione dovrebbe essere perfezionata a fine mese) e alle partite straordinarie tra cui il rimborso del canone impropriamente pagato allo stato italiano nel 1998 per circa 1 miliardo. Tim però starebbe contrattando con il Mef e ottenere, in tempi brevi, circa 800 milioni senza aspettare l'esito del ricorso in Cassazione portato avanti dal governo. 

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