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Economia
Torna il rischio Grexit. Proteste contro la riforma delle pensioni

Avvio di settimana pesantissimo alla Borsa di Atene, che ha siglato gli scambi lasciando sul terreno un 7,87%. Ad appena 464,23 punti, l'indice composito di riferimento ha segnato il valore dui chiusura più basso da 25 anni a questa parte. E dopo che nel corso della seduta le perdite erano arrivate a superare ampiamente l'8%, con una pioggia di vendite sui maggiori titoli bancari. Alpha Bank, Banca del Pireo, Banca nazionale di Grecia e Eurobank accusano tutte scivoloni superiori al 20 o al 25%, mediamente i titoli bancario hanno accusato un meno 23,4%.

E intanto crescenti pressioni si addensano sul governo. L'esecutivo guidato da Alexis Tsipras sta ancora negoziando una riforma delle pensioni con la "ex Troika", mentre gli aiuti europei tengono a galla l'economia del Paese tramite un massiccio piano di aiuti. Ma secondo quanto ammesso dallo stesso esecutivo ellenico, dagli ultimi incontri tutti i nodi sono rimasti irrisolti.

Nel frattempo nelle ultime settimane si sono moltiplicate le proteste interne - dai marittimi agli agricoltori, dalla polizia ai pompieri - contro questa e altre riforme, che la Grecia deve portare avanti nell'ambito degli accordi con Ue e Fmi. Oggi, gli agricoltori greci hanno protestato nel centro di Atene contro la riforma delle pensioni. I contadini hanno bloccato anche la ferrovia e molte strade che collegano il paese, causando la congestione del trasporto internazionale di merci. I contadini sono particolarmente colpiti dalla riforma delle pensioni e dagli aumenti delle tasse previsti dal governo. Giovedì scorso centinaia di migliaia di persone erano scese in piazza per uno sciopero nazionale che ha visto la chiusura di ministeri, scuole, farmacie e negozi. La Grecia è sotto pressione per attuare le riforme economiche in cambio del salvataggio internazionali che ha impedito la bancarotta del paese. Una delle richieste dei creditori è proprio la riforma del sistema pensionistico del paese.

Il Governo di Atene però tira dritto e si prepara ad assecondare le richieste dei creditori internazionali sulla riforma delle pensioni, accontentando pero' anche i partiti d'opposizione con modifiche alla legge elettorale. Nel dettaglio, il Governo greco e' pronto ad abbassare dell'1% l'aumento dei contributi assistenziali, dopo che la scorsa settimana i rappresentanti delle istituzioni europee e internazionali hanno affermato che un aumento dell'1,5% e' troppo elevato. Inoltre, Atene tagliera' le pensioni supplementari e ridurra' le pensioni minime di fascia alta. Secondo fonti informate dei fatti, il Governo greco si prepara ad assecondare le osservazioni dei creditori anche per quanto riguarda la riforma del sistema di imposizione fiscale. Atene ha infatti proposto un'imposta pari al 50% per le persone fisiche che percepiscono un reddito superiore a 60.000 euro, che pero' i creditori internazionali ritengono troppo elevata. Inoltre, i rappresentanti delle istituzioni europee e internazionali si oppongono all'applicazione degli stessi criteri di imposizione fiscale per i lavoratori dipendenti e per quelli autonomi.
 
"Di norma, all'inizio di qualsiasi negoziazione, ci sono delle differenze", ha riferito il ministro dell'Economia, Giorgos Stathakis, al quotidiano greco Kathimerini. "Il Governo ha presentato la propria posizione su tutti gli aspetti e ritengo che le proposte avanzate costituiscano la base per la discussione e per la creazione di condizioni volte a trovare soluzioni accettabili da ambo le parti", ha aggiunto Stathakis. Il ministro greco dell'Economia non ha pero' fornito indicazioni su quando la prima revisione sull'implemetazione del terzo piano di salvataggio della Grecia potrebbe concludersi. "Il nostro obiettivo e' quello di completare la prima revisione al piu' presto", ha chiarito.
 
Comunque, nel tentativo di favorire la collaborazione dei partiti d'opposizione nell'adozione delle riforme, il Governo greco proporra' una revisione del sistema elettorale, riducendo da 50 a 30 seggi il premio di maggioranza. Se la proposta sara' approvata con piu' di 200 voti in Parlamento, la nuova legge elettorale potrebbe entrare in vigore a partire dalle prossime elezioni.

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