Economia

Trading online, benvenuti al Casinò d'Italia

Inchiesta di Tempi su un settore che sembra fuori controllo, tra broker spregiudicati e piattaforme che sembrano slot machine. Allarme della Consob sugli abusiv

Piattaforme d’investimenti che assomigliano (volutamente) a slot machine, siti che invitano a investire a debito, operatori senza licenza e utenti impreparati che si rovinano. Il tutto condito da una pubblicità martellante e avvertenze incomprensibili. Benvenuti nel caos del trading on line in Italia al quale la rivista Tempi dedica questa settimana un’ampia inchiesta a firma di Mariarosaria Marchesano.  Il servizio parte dall’allarme lanciato di recente dalla Consob e ripreso anche nell’ultima relazione annuale del presidente Giuseppe Vegas. “Nel settore si registra in Italia la presenza di numerosi soggetti abusivi, cioè sprovvisti di autorizzazione ad operare nel nostro Paese, che offrono contratti tramite internet e che non sono sottoposti a vigilanza amministrativa da parte di alcuna Autorità”. 

E’ quanto scrive l’autorità di vigilanza in una comunicazione di febbraio finora poco conosciuta. Il terreno più scivoloso è rappresentato da tre categorie di prodotti: rolling spot forex, cfd (contratti per differenza) e opzioni binarie.

Scrive la Consob: “La caratteristica comune di questi prodotti è che hanno strutture e modalità di funzionamento tali da essere associati a rischi rilevanti e difficilmente comprensibili e valutabili. Per tali ragioni non sono adatti alla maggior parte degli investitori”.  Ma ciò che sembra preoccupare di più la Vigilanza sono le opzioni binarie, operazioni di gran moda e in netta crescita grazie anche alla larga diffusione che stanno avendo tra i tifosi del calcio. “Presentano una struttura (e quindi rischi) simili a quella di una scommessa. Spesso si caratterizzano per la brevissima durata – ad esempio un'ora o, addirittura, un minuto – accentuando così all'estremo il carattere di scommessa, in quanto è particolarmente difficile, se non impossibile, fare previsioni con un minimo di fondamento in un così breve periodo di tempo”. Anche quello di pratiche commerciali particolarmente invasive e di messaggi fuorvianti è un tema affrontato dalla Consob che arriva alla seguente conclusione: “In tali condizioni i risparmiatori finiscono, quasi sempre, per avviare l’operatività senza una reale e preventiva comprensione e valutazione dell’effettiva portata dei rischi ad essi connessi e per perdere tutto o gran parte di quanto hanno investito”.