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Economia
Tasse, The Donald gioca il jolly. Ma rinvia il muro con il Messico

di Andrea Deugeni
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@andreadeugeni

Nell'ultimo tweet ha voluto dimostrare ancora una volta tutto il suo disprezzo per i media americani stigmatizzando l'attesissimo, anche se simbolico, traguardo dei primi 100 giorni di presidenza. Giro di boa che scatterà venerdì e su cui tradizionalmente negli States si tirano i primi bilanci sull'efficacia dell'azione del nuovo inquilino della Casa Bianca.

Donald Trump ci arriva fra promesse mancate di riforma del sistema sanitario (il tanto attaccato Obamacare che è rimasto in vigore per il mancato appoggio da parte del partito repubblicano) e in un contesto di crescente diffidenza degli investitori sulla realizzazione del programma infrastrutturale e fiscale. Diffidenza che, assieme alle critiche sul lancio della super-bomba in Afghanistan, ha fatto crollare al minimo storico i sondaggi sulla popolarità del nuovo presidente. 

Così, il tycoon newyorkese ha deciso di prendere il toro per le corna e oggi presenterà il piano fiscale messo a punto dalla sua amministrazione. Anche se si sa poco di quel che conterrà, sono trapelati alcuni dettagli. Il presidente Usa vorrebbe abbassare al 15% dal 35% l'imposta per le aziende (la corporate tax) e al 15% dall'attuale 39,6% quella per i gruppi cosiddetti "pass-through": si tratta di quelli che non versano tasse sugli utili realizzati perché gli utili stessi vengono fatti ricadere sul loro proprietario a prescindere che ci sia stata o meno una loro distribuzione.

Sarà poi il proprietario stesso a includere quel dato nella sua dichiarazione dei redditi personale. In questa categoria di aziende, la principale in Usa, rientrano gruppi piccoli ma anche grandi studi legali attivi su scala mondiale, hedge fund e le attività immobiliari dello stesso Trump. A beneficiarne sarebbero professionisti che hanno aperto l'equivalente americano di una Srl italiana, medici, avvocati, consulenti e lobbysti oltre alle attività di famiglia del presidente. La sforbiciata alla corporate tax resta, però, una scommessa rischiosa, per l'impatto sul deficit e il debito federale degli Stati Uniti (la riforma delle tasse riduce vistosamente le entrate nelle casse del fisco americano). Tema su cui i repubblicani, da sempre contrari a manovre che appesantiscono il budget, sono molto sensibili.

Trump vorrebbe anche sgravi fiscali per l'assistenza all'infanzia simili a quelli che propose in campagna elettorale su suggerimento della figlia Ivanka, diventata consulente dell'amministrazione Usa. Per il momento non c'è stata nessuna anticipazione ufficiale da parte della Casa Bianca: il portavoce Sean Spicer ieri ha evitato di commentare, dicendo: "Avremo tutto il tempo per parlarne domani" ossia oggi quanto le polemiche non mancheranno". 

Non sono entrati infatti per ora nel budget statale i fondi per la costruzione dell'opera nella frontiera meridionale.  Al momento , "i finanziamenti non saranno inseriti nella manovra di aggiustamento di bilancio che deve essere approvata entro la mezzanotte di venerdì", ha confermato a Fox News la consulente del presidente Usa, Kellyanne Conway, ma il muro rimane una "priorità molto importante".

(Segue...)

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