Economia

Trump presidente: Wall Street contrastata e poco mossa

Trump presidente americano, dopo un avvio in forte rosso le borse europee rimangono negative ma recuperano leggermente. Gli investitori gettonano i beni rifugio

Wall Street: apre contrastata e poco mossa, Dow Jones positivo - Wall Street apre contrastata e poco mossa dopo l'elezione di Donald Trump alla presidenza Usa. Positivo l'indice Dow Jones, che guadagna lo 0,25% a 18.379 punti. Il Nasdaq cede lo 0,23% a 5.182 punti, lo S&P 500 segna -0,18% a 2.134 punti.

Trump presidente: borse in rosso. Leggero recupero. Mosca festeggia - Vendite sui mercati globali dopo la vittoria di Donald Trump alle presidenziali Usa. Le piazze asiatiche sono crollate, con Tokyo giù di oltre cinque punti percentuali, anche le borse europee sono in ribasso di uno-due punti percentuali ma stanno tentando di limare le perdite, recuperando dai minimi toccati in apertura: Milano resta maglia nera con una flessione dell'1,7%, Madrid cede l'1,6%, Parigi l'1%, Francoforte lo 0,9%, mentre Londra cede solamente lo 0,5%.

A perdere terreno pesantemente è invece il dollaro, con l'euro che si è portato in area 1,12 contro il biglietto verde. Sotto pressione anche lo spread italiano che è risalito a 160 punti, con il rendimento del Btp decennale all'1,74%. "Direi che dopo il pesante ribasso di inizio seduta, la reazione delle borse europee è piuttosto composta", spiega ad Affaritaliani.it Corrado Cominottoresponsabile gestioni patrimoniali attive di Banca Generali.

"Quello che è sorprendente è la reazione delle borse dei due principali Paesi tirati in ballo spesso da Donald Trump durante la sua campagna elettorale. E cioè la Cina (per il dumping commerciale aggressivo, ndr) e la Russia (elogi al presidente Vladimir Putin, ndr). Il listino di Shanghai che ha chiuso in leggero ribasso (-0,62%), mentre la piazza finanziaria di Mosca è positiva, in netta controtendenza con l'andamento delle borse mondiali", aggiunge l'esperto secondo cui per capire la vera reazione dei mercati sarà necessario osservare la reazione di Wall Street. Alle 11.30 i future sullo S&P500 lasciano sul terreno il 2%, andamento che lascia presagire che almeno l'avvio della campanella al Nyse registrerà una perdita maggiore.    

I mercati russi, dopo un avvio negativo, hanno virato al rialzo nel giorno in cui Donald Trump è stato eletto presidente degli Stati Uniti. L'indice di Mosca RTS, siglato in dollari, sta mettendo a segno un progresso dell'1,24%, mentre il Micex, in rubli, guadagna l'1,42%. Intanto il rublo si sta stabilizzando sul dollaro a quota 63,86. Sull'euro è in calo: il cross si attesta a 70,93 rubli per un euro.

"La Russia potrebbe beneficiare delle elezioni di Trump, sulla speranza che il nuovo presidente riduca le sanzioni inflitte al Paese", ha commentato un economista di Charles Robertson. Mosca e' stata accusata di avere favorito la campagna elettorale del candidato repubblicano, soprattutto dopo che Trump si e' espresso a favore di un avvicinamento al Paese. Putin, e' stato uno dei primi a esprimere felicitazioni a Donald Trump per la sua vittoria, asserendo di sperare che inizi un lavoro reciproco per riallacciare le relazioni tra Russia e Stati Uniti. Per contro la candidata Hillary Clinton, ex-segretario di stato, difendeva una linea dura contro la Russia.

A Piazza Affari, se le banche hanno subito subito l'effetto peggiore, Finmeccanica-Leonardo, la multinazionale italiana dell’aerospazio e difesa, è oggi invece uno dei migliori titoli in Borsa guadagnando circa il 3% a 11,09 euro. La performance è legata al fatto che Trump durante la campagna elettorale ha più volte dichiarato che avrebbe innalzato le spese per la difesa. Come noto il gruppo guidato da Mauro Moretti ha interessi importanti in Usa tramite la controllata Drs che rappresenta oltre il 20% della top line della casa madre.

La notizia riportata dalla stampa, secondo cui il gruppo avrebbe perso la maxi commessa per il rinnovo della flotta di elicotteri della Difesa di Singapore a favore della competitor Airbus Helicopters, invece non ha intaccato il titolo. La ragione è che evidentemente la perdita di questa gara era già tenuta in conto e molto probabilmente gli analisti non la consideravano nelle loro stime. 

Stamane, le piazze asiatiche sono crollate, il dollaro e' in ribasso su tutte le principali valute, con l'eccezione del peso messicano che e' in forte calo, e il petrolio e' in caduta libera. Viceversa, si assiste a una corsa verso gli asset considerati piu' sicuri, in particolare i titoli di stato americani e l'oro. Uno scenario di questo tipo, con Trump alla Casa Bianca, era considerato improbabile alla vigilia e del tutto inimmaginabile all'inizio della campagna elettorale. Ora ci potrebbero essere ricadute anche sulle scelte della Federal Reserve e l'ormai previsto aumento dei tassi di interesse di dicembre potrebbe slittare ancora: prima del voto, le probabilita' di una stretta entro fine 2016 erano all'81% contro il 72% di lunedi' e il 67% di venerdi' scorso, ma la percentuale e' destinata a calare rapidamente.

Per quanto riguarda l'azionario, in Asia Tokyo Hong Kong hanno registrato forti cali. Il biglietto verde cede il 3,71% sulla divisa giapponese a 101,24 yen e perde terreno nei confronti dell'euro che si rafforza del 2,4% a 1,1289 dollari, la sterlina in aumento dell'1,35% a 1,2544 dollari e il dollaro canadese in aumento dell'1,7%.

Fa eccezione il peso messicano, che rispetto alla divisa americana arriva a cedere oltre il 10%, convincendo la Banca centrale locale a convocare una riunione di emergenza per discutere delle ricadute ed eventuali contromisure. Un biglietto verde e' arrivato a comprare 20 peso messicani, un record: Trump ha promesso di costruire un muro lungo il confine tra Stati Uniti e Messico e intende rinegoziare il North American Free Trade Agreement, l'accordo commerciale tra Canada, Usa e Messico. In forte ribasso anche il petrolio, con il Wti che arretra ora il 2,49% a 43,86, ma era arrivato a perdere fino al 3,8% a 43,28 dollari al barile, e il Brent in ribasso del 3,4% a 44,47 dollari.

Balza invece l'oro, considerato il bene rifugio per eccellenza, che avanza del 3,9%, ma guadagnava fino al 4,6% a 1.333 dollari l'oncia. Viceversa, i titoli di stato americani, uno degli investimenti considerati piu' sicuri, sono in deciso aumento, con i rendimenti decennali, benchmark del settore, che si avviano verso il calo giornaliero maggiore dalla Brexit, esacerbato appunto dai bruschi movimenti dell'overnight. I rendimenti decennali, benchmark del settore, si attestano al momento all'1,7657%, ma era scivolati fino all'1,746%, dopo essersi portati ieri all'1,896% sulla scia dell'ottimismo della vigilia su una possibile vittoria di Clinton.