Economia
UniCredit, Fineco fa volare gli utili. Mustier rivede i target e titolo ko
La prima fase del deconsolidamento in Fineco mette la ali agli utili semestrali di UniCredit che dopo la vendita del 17% nella banca online ex controllata guidata da Alessandro Foti scatta la fotografia dell'andamento del business da gennaio a giugno che presenta 3,2 miliardi di profitti, un risultato in crescita del 51,7% sullo stesso periodo del 2018. Anche se gli utili netti del secondo trimestre arrivano a quota 1,85 miliardi (+81%) sotto però le attese degli analisti che stimavano un risultato netto di 2,2 miliardi di euro.
Un contributo alla performance del primo trimestre arriva anche dalla cessione degli immobili in Germania. "Nel primo semestre 2019, seppure in un contesto macroeconomico complesso, siamo stati in grado di conseguire ancora una volta risultati solidi. Rimaniamo fiduciosi nei fondamentali dell'Italia e dell'Europa. UniCredit continua a finanziare con successo l'economia reale dei Paesi in cui opera", ha commentato l'amministratore delegato della banca Jean Pierre Mustier.
"I risultati ottenuti negli ultimi tre anni forniscono una solida base su cui sviluppare il nostro prossimo piano", ha aggiunto il banchiere francese, secondo cui UniCredit "ha compiuto buoni progressi sulle quattro misure finanziarie annunciate lo scorso trimestre, sulla base delle quali prepariamo la nuova strategia commerciale che presenteremo al Capital Markets Day di dicembre", ha spiegato ancora.
Nel secondo trimestre del 2019, il rallentamento dell'economia europea si è fatto sentire sui conti della banca che ha realizzato ricavi per 4,5 miliardi, in diminuzione del 4,6% rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso "principalmente a causa del difficile scenario di mercato". I principali contributi sono arrivati dalla Cee e dal commercial banking Italy. Il dato però è al di sotto delle stime degli analisti che si aspettavano revenue complessive per 4,64 miliardi di euro.
Nel primo semestre, invece, i ricavi hanno raggiunto quota 9,3 miliardi (-3,8%). Il margine di interesse (Nii) e' diminuito dello 0,9% trimestre su trimestre a 2,6 miliardi nel periodo aprile-giugno (-2,1% rispetto allo stesso periodo 2018). Le commissioni nel secondo trimestre si sono invece attestate a 1,6 miliardi (-3% anno su anno). I costi operativi nel secondo trimestre sono pari 2,5 miliardi (-4,4%) 'grazie alla continua e rigorosa attenzione alla disciplina dei costi'. Il margine operativo lordo e' pari a 2,1 miliardi (-4,9%) e 4,3 miliardi nel semestre (-3%).
Le rettifiche su crediti si sono attestate a 707 milioni nel secondo trimestre (+41%) 'rispetto a riprese di valore eccezionali' nello stesso periodo del 2018, portando a un costo del rischio di 60 pb, che include 2 punti base del scenario macro legato all'Ifrs9 e 0 pb di impatto dei modelli. Il costo del rischio e' pari a 50 pb nel semestre. Il target del costo del rischio per il 2019, infine, e' confermato a 55 punti base, inclusi i 4 punti di base di impatto dei modelli.
Le difficoltà del mercato si faranno sentire ancora sui prossimi sei mesi di UniCredit: il contesto di tassi bassi, che si riflette sui margini d'interesse, ha poi portato l'istituto guidato da Jean Pierre Mustier a ridurre la guidance dei ricavi per il 2019 da 19 mld a 18,7 miliardi. Revisione che ha spinto al ribasso il titolo a Piazza Affari (in apertura di Borsa le azioni hanno perso oltre il 3% a 9,9 euro, rosso che nel corso della seduta è arrivato al -5%: valevano 10,2 ieri in chiusura).
Confermati invece gli altri obiettivi: i costi a 10,1 miliardi, il target di costo del rischio a 55 punti base, le esposizioni creditizie deteriorate lorde della non core per il molto al di sotto di 14,9 miliardi e vicine a 10 miliardi. L'utile netto rettificato è visto a 4,7 miliardi.
Mustier ha anche confermato l’obiettivo dell’utile netto rettificato di 4,7 miliardi (sui quali non inciderà la cessione di Fineco) al quale si applicherà il pagamento in contanti dei dividendi del 30%. "Le esposizioni creditizie deteriorate lorde della Non Core sono state drasticamente ridotte e alla fine del 2019 si assesteranno vicine ai 10 miliardi di euro, ben al di sotto del nostro obiettivo iniziale Transform 2019 — ha aggiunto Mustier —. Abbiamo compiuto buoni progressi sulle quattro misure finanziarie annunciate lo scorso trimestre. Continuiamo a lavorare sodo come One Team, One UniCredit per assicurare che UniCredit rimanga un vero vincitore paneuropeo".
Infine, in vista del nuovo piano industriale che in caso di no deal sulla Brexit verrà presentato a Milano e non a Londra e che prevedrà altri esuberi che verranno però coperti da uscite volontarie, per quest'anno i tagli al personale a Unicredit dovrebbero essere terminati. La banca infatti ha confermato che l'obiettivo di riduzione netta di 14.000 "Full time equivalent" del piano Trasform 2019 e' stato infatti raggiunto, il calo trimestre su trimestre è stato di 274 unità.
Da dicembre 2015 sono state chiuse 925 filiali, il 98% di quelle da chiudere in Europa occidentale e' stato raggiunto, con 24 filiali chiuse nel secondo trimestre di quest'anno. Così "i costi operativi totali per il 2019 sono confermati a 10,1 miliardi, materialmente migliore rispetto il target posto da Transform 2019".
Nel dettaglio, si legge in una nota, i costi del personale sono scesi a 1,5 miliardi nel secondo trimestre (-4,5%) per effetto della riduzione degli FTE (-2.708 unita' anno su anno) che si sono attestati a 84.836 persone, "raggiungendo il target di riduzione netta del personale in linea con Transform 2019". E questo fa concludere all'istituto di essere "in netto anticipo rispetto al piano" sulla trasformazione del modello operativo.