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Economia
UniCredit, più potere ai manager. Via il tetto del 5% al voto in assemblea

UniCredit cambia pelle e chiude un'epoca. E lo fa a Milano che diventa la sede dell'istituto e dove, per la prima volta, si e' svolta un'assemblea che il presidente, Giuseppe Vita ha definito "storica" tanto per i contenuti, quanto per i luogo scelto: quel Pavilion che e' spazio multifunzionale e che ai piedi del quartier generale della banca con il suo grattacielo ha contribuito a modificare lo skyline della citta'. La prossima tappa, prima della chiusura dell'anno, e' il Capital Markets Day tra una settimana a Londra.

Come da attese e senza grandi sussulti, e' arrivato dai soci il via libera al rafforzamento della governance con piu' poteri ai manager allineando cosi' l'istituto, guidato da Jean Pierre Mustier, alle migliori 'practice' nazionali e internazionali. Un altro passo per un banca che ha oggi per il 75% investitori esteri nel suo dna e che ha tra i suoi obiettivi quello di essere, per usare le parole di Vita, "piu' efficiente, piu' flessibile e piu' redditizia". La nuova Unicredit passa, dunque, attraverso un board che, dalla prossima assemblea in primavera, potra' presentare una propria lista di candidati. E sempre, in termini di consiglio, con le modifiche allo statuto la minoranza avra' piu' spazio con due consiglieri. Ma soprattutto, tra le novita' eccellenti, vi e' il taglio del limite del 5% all'esercizio del diritto di voto.

Un vecchio retaggio che derivava dalla privatizzazione del Credito Italiano e la cui eliminazione e' diretta ad allineare la governance della banca al principio per cui il sistema di voto e' proporzionale al capitale investito (ovvero un'azione un voto). Dall'assemblea e' arrivata poi il via libera al trasferimento della sede sociale da Roma a Milano (mettendo alle spalle l'ultima eredita' della fusione con Capitalia) dove il gruppo ha stabilito gia' da tempo la propria direzione generale. Le domande dei piccoli azionisti hanno anche offerto l'occasione per fare il punto su Mediobanca (Unicredit ne controlla circa l'8,5%), di cui "ad oggi non e' prevista la cessione nel breve termine", ha assicurato il direttore generale, Gianni Franco Papa.

"Tuttavia come tutte le attivita' del gruppo - ha sottolineato ancora Papa - e' soggetta ad attenta disciplinata gestione e ogni opportunita' di generazione di valore viene valutata di continuo". E spazio c'e' stato anche sull'ingresso nel consiglio di Fabrizio Saccomanni (designato presidente per il prossimo board) che il deputato del M5S, Carlo Sibilia, presente all'assemblea, ha definito "il totem della porta girevole" visto che " e' stato alla Banca d'Italia, e' stato ministro e ora viene in Unicredit". Non e' poi mancata una coda velenosa con il presidente di Cariverona, Alessandro Mazzucco che, nel finale dell'assemblea ordinaria chiamata a votare l'integrazione del collegio sindacale, ha dissentito contro l'atteggiamento dei piccoli azionisti che, con "accuse fuori luogo", si sono rivolti all'amministratore delegato parlando di conquista francese della banca.

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