Economia
UniCredit prosegue con la pulizia di bilancio.Mustier: "Btp, vendita graduale"
Nel primo trimestre 1,4 miliardi di utili (+24,7%) per UniCredit
UniCredit si prepara all'ultimo miglio del piano Transform 2019 prima di disegnare le nuove strategie al 2022 che verranno comunicate al mercato a dicembre e mette a segno una trimestrale record che registra un aumento dei profitti a due cifre: +24,7%, 1,39 miliardi di utile netto rispetto allo stesso periodo del 2018.
Presente alla conferenza stampa odierna, il Presidente Saccomanni ha portato un ringraziamento al management per i risultati raggiunti, parlando di “ottima performance, a conferma che siamo in linea con Transform 2019”. “Per la seconda volta consecutiva”, ha proseguito Saccomanni, “abbiamo chiuso il miglior primo trimestre degli ultimi 10 anni. Ci confermiamo pertanto nel ruolo di banca paneuropea vincente che ha l’obiettivo – e le operazioni fatte negli ultimi giorni come la vendita di Fineco lo confermano – di rafforzare la capacità del Gruppo di sostenere, attraverso il credito, l’economia reale e di sviluppare business in tutti i Paesi in cui la banca opera”. “Siamo una banca commerciale semplice”, ha proseguito Saccomanni ad Affaritaliani.it, “ma che ha una forte connessione con le squadre di investimento strategico nelle imprese. Questa formula si sta rivelando di successo non solo in Italia ma anche in tutti gli altri Paesi, come riflesso al fatto che nell’economia europea le piccole e medie imprese sono responsabili per il 70% dell’occupazione e dunque fungono da stimolo alla crescita. Quello che cerchiamo di fare è sostenere ulteriormente questa crescita fornendo loro prodotti a costi competitivi, un orizzonte temporale più lungo, l’accesso al mercato dei capitali e affiancandole nell’internazionalizzazione”.
Rimanendo in tema di Europa Affaritaliani.it ha domandato a Saccomanni quali sono le sue previsioni sull’andamento dei mercati finanziari europei pre e post elezioni, anche in considerazione del rialzo odierno dello spread: “Lo spread”, ha commentato il Presidente UniCredit, “riflette le incertezze del momento e non possiamo utilizzarlo per fare previsioni. Quello che è importante è che dopo le elezioni, l’Europa trovi la capacità di darsi un programma di lavoro mirato a soddisfare le esigenze dei cittadini sul piano della crescita economia, dell’occupazione ma anche su quello della sicurezza. Si deve aprire una stagione di pianificazione ad ampio raggio”. A tal proposito Saccomanni si è detto fiducioso: “Sono convinto che questa priorità sia diffusa a livello politico in tutti i Paesi e mi auguro che si arrivi presto alla fase attuativa così da dissipare le incertezze che in questo momento condizionano i mercati finanziari”.
“Abbiamo confermato tutti gli obiettivi del piano strategico”, ha dichiarato l’AD Jean Pierre Mustier ai microfoni di Affaritaliani.it, “con ricavi top-line di 19,8 miliardi, net income 4,7 miliardi, ritorno sul tangible equity al di sopra del 9%. La performance è stata eccellente per quanto riguarda l’attività commerciale, l’ottimizzazione dei costi e il ritorno sul capitale allocato, ben al di sopra dell’obiettivo del 9%”.
Quanto all’operazione Fineco, Mustier ha tenuto a precisare che "l'impegno della Banca in Italia non è mai stato più forte. Abbiamo aumentato i prestiti a clienti italiani del 4,4% rispetto allo scorso anno". Il banchiere francese ha poi negato che la vendita di Fineco rappresenti un cambiamento della strategia di UniCredit: "Abbiamo detto in passato che siamo presenti in 14 Paesi e che volevamo mantenere il perimetro. La cessione di Fineco è un aggiustamento della strategia, ma non cambia niente per quanto riguarda la nostra presenza in alcun Paese e sicuramente non in Italia". Ad Affaritaliani.it Mustier ha poi commentato: "Fineco è un’ottima società e siamo orgogliosi di averla avuta nel nostro Gruppo, ma altrettanto felici di dar loro l’indipendenza per poter crescere ancora di più. Insieme al Consiglio abbiamo analizzato una serie di misure finanziarie per poter migliorare il profilo della Banca. Questo ci consentirà di finanziare maggiormente i clienti italiani nonché di abbassare il nostro costo dell’equity”. Per finire, in merito a eventuali operazioni di acquisizione domestica e cross-border Mustier ha replicato con un “no comment”, ribadendo che “il Piano si basa su assunzioni organiche”.
Primo trimestre 2019: per UniCredit numeri sopra le aspettative
Il risultato è superiore agli 1,19 miliardi previsti dal consensus degli analisti, anche se è influenzato da poste non ricorrenti legate a cessioni immobiliari (258 milioni) e al rilascio di accantonamenti per la liquidazione delle sanzioni Usa (320 milioni). Escludendo le vendite di immobili, l'utile rettificato è quindi in crescita dell'1,5% annuo a 1,1 miliardi.
Entrando nel dettaglio del business, il margine di intermediazione è sceso del 3% a 4,95 miliardi (4,9 la previsione del consensus), con interessi netti a 2,65 miliardi (+0,7%, 2,68 il consensus) e commissioni nette a 1,66 miliardi (-5,3%, 1,68 la previsione). Calo del 4,2% a 2,6 miliardi per i costi operativi, per un rapprto cost/income sceso al 52,8%. Quanto alla solidità patrimoniale, il coefficiente Cet1 è al 12,25%, rapporto che registra già la cessione del 17% del capitale della controllata Fineco. Deal avvenuto martedì.
In particolare, la banca conferma per fine 2019 gli obiettivi di ricavi a 19,8 miliardi, costi a 10,4 miliardi, utile netto a 4,7 miliardi e Cet1 tra il 12% e il 12,5% (sottolineando che un minimo, comunque sopra il 12%, è atteso nel secondo trimestre dell'anno).
Proseguendo nell'analisi del conto economico, le rettifiche su crediti sono scese del 5,8% rispetto al primo trimestre 2018 e del 49,3% dal quarto trimestre dello scorso anno a 468 milioni. Il margine operativo netto si è attestato a 1,9 miliardi (-0,5% annuo). L'utile di gruppo si è tradotto in un ritorno sul capitale tangibile del 9,4%. Quanto agli aggregati patrimoniali, i crediti verso la clientela sono aumentati dello 0,3% da fine 2018 a 432,1 miliardi, mentre la raccolta è cresciuta dell'1,7% a 429,3 miliardi.
Le attività finanziarie totali sono aumentate di 22,4 miliardi nel trimestre a 833,5 miliardi. UniCredi segnala che "l'attività di de-risking del bilancio di gruppo e' proseguita nel primo trimestre con un ulteriore calo delle esposizioni creditizie deteriorate lorde a 37,6 miliardi dai 38,2 del quarto trimestre". Il rapporto tra crediti deteriorati lordi e totale crediti è diminuito di 1,9 punti percentuali su base annua al 7,6%, con un tasso di copertura del 61,8%.
Sul fronte dei risultati delle singole divisioni, la banca commerciale in Italia ha chiuso il trimestre con un utile di 395 milioni (+4,1% su base annua), la Germania ha registrato utili per 370 milioni (grazie anche alla vendita di immobili per 258 milioni e al rilascio degli accantonamenti per le sanzioni Usa) da 83 milioni l'anno prima, l'Austria per 67 milioni (+39,1%), il Centro est Europa per 391 milioni (-5,3%), il Corporate & investment banking per 493 milioni (+29%) e Fineco per 22 milioni (+4,5%), mentre il corporate center di gruppo ha visto una perdita di 163 milioni (-78 milioni nel primo trimestre 2018).
Quanto alla pulizia di bilancio, UniCredit ha comunicato al mercato che "realizzerà altre vendite di Npl nel corso del 2019". Mustier ha ribadito che lo smaltimento dei crediti deteriorati della bad bank interna "batterà significativamente il target 2019 di 14,9 miliardi" di stock residuo "e sarà più vicina a 10 miliardi".
Quanto al valore di bilancio delle esposizioni sul debito sovrano contabilizzate alla fine del primo trimestre 2019, l'ammontare è pari a 112,9 miliardi: il gruppo precisa che il 90% è concentrato su otto Paesi tra cui l'Italia che, con 58,7 miliardi di esposizione, rappresenta il 52% del totale complessivo e circa il 7% del totale attivo della banca. Seguono la Spagna con 14 miliardi, la Germania con 11,1, l'Austria con 6,3, il Giappone con 5,9, l'Ungheria con 1,96, la Romania con 1,94 e la Bulgaria con 1,6.
Quanto alla presenza di Btp in bilancio, il banchiere ha precisato che il gruppo "non venderà i titoli, ma lasceremo il portafoglio ridursi gradualmente" a scadenza "e vedremo col tempo di allinearci al livello dei nostri competitor, non fissiamo target".
Infine, sulla razionalizzazione della rete, il gruppo ha fatto sapere che alla fine del primo trimestre 2019, sono state realizzate il 95% delle chiusure di filiali previste dal piano entro fine anno e il 104% della riduzione di personale stimata. Nel dettaglio, il gruppo ha chiuso complessivamente 901 filiali, di cui 20 nel primo trimestre, e ridotto il personale di 14.720 unità (di cui 555 nel primo trimestre).