Economia
UniCredit torna all'utile nel trimestre: 420 mln di profitti, ma giù del 77%
Battuto il consensus degli analisti. Il Ceo Mustier esclude ancora l'opzione M&A e il titolo finisce in rosso a Piazza Affari
UniCredit torna all’utile (dopo il rosso post-rettifiche di 2,71 miliardi di euro di gennaio-marzo) nel secondo trimestre dell’anno mettendo in cassa 420 milioni di euro e battendo il consensus degli analisti (347 milioni), ma il risultato netto è ancora in calo del 77,4% risentendo della congiuntura Covid rispetto allo stesso periodo del 2019, nonostante il Ceo Jean Pierre Mustier abbia rilevato “i primi segnali di ripresa commerciale alla fine del secondo trimestre, quando le economie hanno iniziato a riaprire nella maggior parte dei nostri mercati core”. Secondo quanto fa sapere una nota del gruppo di piazza Gae Aulenti, l’utile netto "sottostante" è di 500 milioni (da 1 miliardi un anno prima), “con tutte le divisioni che tornano alla redditivita', eccetto Commercial Banking Austria”.
La perdita nel primo semestre dunque è di 2,3 miliardi. Tornando al periodo aprile-giugno, il margine di intermediazione scende del 7,7% a 4,2 miliardi (-7,9% a 8,5 nel semestre), con margine di interesse in calo del 4,5% a 2,4 miliardi (-3,1% a 4,9) e commissioni nette giu' dell'11,8% a 1,4 miliardi (-3,4% a 3). In riduzione dello 0,2% a 2,4 miliardi i costi operativi, per un rapporto cost/income salito al 58,6% (al 57,7% nel semestre). Quanto alla solidità patrimoniale, il coefficiente Cet1 fully loaded e' cresciuto di 41 punti base rispetto a marzo al 13,85%, con un buffer di 481 punti base rispetto ai requisiti regolamentari (il target della societa' e' di averlo tra 200 e 250 punti base).
Proseguendo nell'analisi del conto economico del secondo trimestre, le rettifiche su crediti sono state pari a 937 milioni, in calo del 25,7% rispetto al primo, di cui 522 milioni di rettifiche specifiche e 409 milioni per “incrementare il livello di coperture forward-looking per riflettere l'impatto economico di Covid-19 sul portafoglio”. Nel primo semestre il costo del rischio e' stato pari a 91 punti base, mentre per l'intero 2020 la guidance 'e' confermata a 100-120 punti base' e per il 2021 e' atteso nell'intervallo 70-90 punti base. Quanto agli aggregati patrimoniali, i prestiti commerciali lordi si sono attestati a 409,1 miliardi (+2,3% da fine 2019), mentre i depositi commerciali medi sono aumentati a 413,7 miliardi (+4,3%). Le attivita' finanziarie totali sono cresciute del 5,6% da marzo arrivando a 700 miliardi.
Le esposizioni deteriorate lorde sono scese del 31,2% annuo a 23,7 miliardi, con un rapporto tra crediti deteriorati lordi e totale crediti lordi sceso al 4,8%. Al netto delle rettifiche l'incidenza e' dell'1,8%. tra esposizioni deteriorate nette e crediti deteriorati netti pari all'1,8 per cento. Il rapporto di copertura e' diminuito di 2,5 punti percentuali da marzo al 62,7%. UniCredit sottolinea di aver concesso moratorie su 35 miliardi di prestiti e concesso 7 miliardi di finanziamenti garantiti dallo Stato. Per quanto riguarda i risultati delle singole divisioni, nel secondo trimestre la banca commerciale in Italia ha visto l'utile scendere del 53,7% annuo a 107 milioni e la Germania del 39,1% a 91 milioni, mentre l'Austria e' in perdita per 2 milioni. L'utile del Centro Est Europa e' sceso del 47,1% annuo a 220 milioni e quello del Corporate e Investment Banking del 26,9% a 210 milioni.
Il corporate center di gruppo, infine, ha perso 117 milioni (da -151 nel secondo trimestre 2019). Mustier ha spiegato che "grazie alla positiva attuazione di Transform 2019 abbiamo una robusta posizione di liquidità e un capitale molto solido", con un Mda buffer sopra il Cet 1 fully loaded di 481 punti base, "ampiamente al di sopra del nostro target di 200-250 punti". Questa posizione "ci ha consentito di continuare a supportare i nostri clienti, abbiamo operato in stretta collaborazione con i governi di tutti i Paesi in cui siamo presenti per fornire prestiti garantiti e offrire moratoria per un totale di oltre 41 miliardi di euro".
Mustier ha quindi confermato il costo del rischio per tutto il 2020 fra 100-120 punti base (un livello piuttosto prudente) e mantenuto la stessa filosofia di cautela sulle rettifiche su crediti anche nei prossimi trimestri. Ha quindi confermato "il target per l’utile netto sottostante tra 3 e 3,5 miliardi per tutto il 2021 e, come annunciato in precedenza, ci siamo impegnati a ripristinare la nostra politica di distribuzione del capitale di Team 23 nel 2021" (sugli utili del 2020), "inclusa la graduale restituzione
del capitale in eccesso agli azionisti".
Intanto, prosegue il piano di riduzione dei costi. La banca ha fatto sapere che nel secondo trimestre 2020 il numero di sportelli della rete UniCredit si è ridotto di 11 unità a 3.639 e il numero dei dipendenti e' diminuito di 257 a 83.685. Su base annua il calo degli sportelli è di 120 filiali (-1.151 quello dello dei bancari su base annua).
Gli analisti di Jefferies hanno definito "solidi" i conti della banca, evidenziando come i dati siano stati superiori alle attese grazie al core net interest income, ai trend di commissioni e costi, al trading e a minori accantonamenti e confermano la raccomandazione hold e il prezzo obiettivo a 9 euro sul titolo dopo "un altro trimestre di forte generazione di capitale e la conferma dei target".
Hold confermato anche da parte di Equita Sim, che su Unicredit ha un target price a 9,1 euro. I conti hanno evidenziato un "utile sopra le attese grazie a maggiori commissioni e minori rettifiche. Target utile 2021 a 3-3,5 mld sopra la stima a 2,7 mld", commentano gli analisti. "Confermato l'impegno a ripristinare la remunerazione degli azionisti (dividendo cash piu' buyback) dal 2021 come da piano industriale che prevede un payout cash del 40% e implicherebbe un dividendo per azione di 58 centesimi", aggiungono gli analisti.
Banca Akros, infine, conferma la raccomandazione neutral e il prezzo obiettivo a 8,5 euro su Unicredit. I conti trimestrali non hanno presentato grosse sorprese, con una performance operativa in linea con le attese, spiegano questi analisti. In una Piazza Affari negativa però il ritorno all'utile e i conti definiti "solidi" non bastano a spingere gli acquisti degli investitori: dopo esser anche stato sospeso al ribasso, il titolo UniCredit infatti ha perso il 3,87% a 7,766 euro. Sulla banca infatti si è spento anche un po' di appeal speculativo (subito dopo la pubblicazione della trimestrale il prezzo delle azioni è salito) dopo che Mustier ha confermato che il gruppo non sarà coinvolto in operazioni di aggregazione del settore bancario.