Usa, la disoccupazione scende ai minimi dal 2000. Ma i salari restano al palo

In ottobre il tasso di disoccupazione negli Stati Uniti e' calato al 4,1%, mentre le stime erano per un dato invariato al 4,2%. Si tratta del valore piu' basso in quasi 17 anni, ovvero da dicembre 2000. E' quanto emerge dal dato sull'occupazione pubblicato dal dipartimento al Commercio americano, che ha segnalato che il mese scorso sono stati creati 261.000 posti di lavoro, meno dei 315.000 attesi dagli analisti. Il dipartimento al Commercio ha rivisto al rialzo i numeri dei mesi precedenti: in settembre i nuovi salariati sono stati 18.000, mentre la prima stima aveva messo in luce un calo di 33.000 posti, appunto il primo dal 2010, e in agosto sono stati 208.000, contro i 169.000 della stima precedente. In totale, tenendo conto delle revisioni al rialzo, negli ultimi tre mesi sono stati aggiunti in media 162.000 posti al mese.

Inoltre, considerando la revisione al rialzo del dato di settembre, negli Stati Uniti sono stati creati posti di lavoro ogni mese da ottobre 2010, cosa che ha consentito di riassorbire i quasi 16 milioni di posti andati in fumo durante la recessione (e' stata la serie migliore da quella registrata tra il 1986 e il 1990). A questo si aggiunge il fatto che, come detto, il tasso di disoccupazione e' calato al 4,1%, ovvero il 3,1% piu' basso rispetto da agosto 2013, quando si attestava al 7,2%, e all'interno della media tra il 4 e il 5% di prima della recessione.

La Federal reserve considera come tollerabile un valore di lungo termine non superiore al 5,5%. Secondo gli analisti il dato rafforza lo scenario economico, motivo per cui la banca centrale americana continua ad avere basi solide per proseguire con la progressiva normalizzazione della politica monetaria (la Banca centrale ha alzato due volte i tassi quest'anno, a marzo e giugno, all'attuale range tra 1 e 1,25% e potra' stringere ulteriormente le maglie entro fine anno). Nel 2016 erano stati creati in media 187.000 posti al mese, contro la media di 225.000 del 2015 e di 260.000 del 2014 (2014 e 2015 sono stati gli anni migliori dal 1999). Secondo gli analisti occorrono circa 145.000 nuovi posti al mese per rafforzare in modo adeguato il mercato del lavoro.

La partecipazione alla forza lavoro, che si attesta attorno ai minimi in 40 anni, e' scesa dello 0,4% al 62,7%, sopra il minimo da ottobre 1977, pari a 62,4%, ma al minimo da maggio e al di sotto del 66% di prima della recessione. In calo i salari orari, che sono scesi di un centesimo, lo 0,04%, a 26,53 dollari rispetto al mese precedente, mentre su base annuale sono saliti del 2,4%, sopra il range tra 1,9 e 2,2% segnato dal 2012 in poi e oltre la media del 2% degli ultimi sei anni.

La durata della settimana media di lavoro e' rimasta ferma a 34,4 ore, livello attorno a cui si attesta da vari mesi. Da segnalare che i rialzi piu' consistenti di posti di lavoro si sono avuti nel settore della ristorazione (+89.000) e dei servizi professionali e aziendali (+50.000), cosi' come sono stati creati nuovi occupati nella sanita' (22.000) e nel manifatturiero (+24.000). Includendo anche i 4,8 milioni di americani che si accontentano di un lavoro part-time (in calo dai 5,1 milioni precedenti) e i 524.000 scoraggiati (erano 421.000 il mese precedente) il tasso disoccupazione si e' attestato all'8,3%, invariato dal mese precedente. I disoccupati di lungo termine (quelli senza lavoro da almeno 27 settimane) erano circa 1,6 milioni, contro gli 1,7 milioni del mese precedente, e rappresentano il 24,8% del totale, meno del 25,5% del mese precedente.