Economia

Vivendi avanti con la causa a Tim. E vuole chiudere il dossier nel 2025

di Redazione

Vivendi prosegue nell'azione legale contro Tim riguardante la cessione della rete a Kkr e auspica che il 2025 possa essere l'anno decisivo per "staccarsi"

Vivendi avanti con la causa a Tim. E vuole chiudere il dossier nel 2025

Vivendi prosegue nell'azione legale contro Tim riguardante la cessione della rete a Kkr e auspica che il 2025 possa essere l'anno decisivo per distaccarsi dall'ex monopolista delle telecomunicazioni senza dover cedere la propria quota. Lo scrive Mf. In attesa dell'udienza, fissata il 21 maggio, il Ceo del gruppo francese, Arnaud de Puyfontaine, torna a discutere del dossier durante l'assemblea della media company: "Poche parole su Tim, noi abbiamo avviato l'azione legale contro la decisione relativa alla vendita della rete fissa, che avrebbe dovuto passare dall'assemblea".

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Il Ceo mantiene ferma la posizione sia sulle modalità, "quando si separa la società di telecomunicazioni dalla sua rete, si dovrebbe sottoporre almeno l'operazione a un'assemblea ordinaria", sia sulle implicazioni economiche dell'operazione, ribadendo di contestare la decisione "sotto il profilo delle condizioni economiche, non nel migliore interesse degli azionisti". Dall'altra parte, de Puyfontaine ha riaffermato il sostegno al gruppo, sottolineando la consapevolezza "che la transazione è appoggiata dall'establishment politico italiano; non siamo contrari a questa decisione, ma come azionisti di riferimento vogliamo che i nostri diritti e la giusta valutazione della quota siano rispettati". Un passaggio significativo è rappresentato da una chiosa del CEO: "spero che si trovino le condizioni per scrivere un nuovo capitolo in Italia, ma non con Telecom Italia. Spero, l'anno prossimo, di potervi dire che Il caso è chiuso". Parole lasciate intenzionalmente in sospeso dal capo azienda, senza chiarire se il riferimento fosse solo alla rete, oppure all'intero dossier Tim. Nel frattempo, per Telecom arrivano buone notizie. Il Tribunale di Milano ha deciso di restituire a Tim 249 milioni, sequestrati preventivamente a fine febbraio nell'ambito di un'indagine su una presunta truffa tramite i servizi di telefonia, per i cosiddetti servizi vas. Tim aveva impugnato la procedura e ora il Tribunale ha annullato il decreto di sequestro preventivo. In seguito alla notizia, il titolo del gruppo telecom è salito a Piazza Affari, chiudendo la seduta in rialzo dell'1,57% a 0,23 euro.

Oltre alla partita su Tim, per Vivendi potrebbe arrivare il momento di scorporare le attività di Canal +, Havas e Lagardère. L'ipotesi è stata avanzata ieri in occasione della pubblicazione dei conti del primo trimestre, chiuso con ricavi in crescita del 5,4% su base annua, a 4,275 miliardi. Un risultato a cui hanno contribuito tutte le controllate: Canal+ (+2,6%), Lagardère (+8,9%), Havas (+3,4%). "La crescita organica del 5,4% è stata trainata in particolare dal significativo contributo di Lagardère, confermando l'importanza dell'accordo con questo gruppo lo scorso novembre e la nostra fiducia nel potenziale delle sue attività; anche Canal+ Group e Havas hanno registrato solide performance, con aumenti dei ricavi rispettivamente del 4,3% e del 6,2%, nello stesso periodo", hanno commentato de Puyfontaine e il presidente del consiglio di sorveglianza Yannick Bolloré.

Proprio la forte crescita delle controllate ha spinto il consiglio di amministrazione a proporre all'organo di sorveglianza di esplorare la fattibilità di un progetto di suddivisione dell'azienda in più entità, ciascuna quotata in borsa. Una volta separate e quotate, ognuna delle unità, Vivendi compresa, manterrebbe il proprio ruolo di supporto alla trasformazione e all'espansione delle controllate.