Vivendi si prende il controllo di Tim
A De Puyfontaine le deleghe di Cattaneo
In attesa di trovare un ceo italiano per Tim, Vivendi prende in mano il timone della telco con le deleghe lasciate dall’ad uscente Flavio Cattaneo che sono state “temporaneamente conferite al Presidente Esecutivo De Puyfontaine”. A comunicarlo la stessa compagnia in una nota diramata al termine del Cda di ieri 27 luglio, nella quale si sottolinea che il consiglio ha preso “atto dell’inizio dell’attività di direzione e coordinamento da parte di Vivendi”. Al vice presidente Giuseppe Recchi sono state invece assegnate, sempre ad interim, le deleghe relative alla Funzione Security e alla società Telecom Italia Sparkle.
Nel corso dell’assemblea è stata approvata la relazione finanziaria al 30 giugno 2017, con Tim che chiude il primo semestre con ricavi consolidati pari a 9,8 miliardi di euro (+7,4%) e un ebitda a 4,1 miliardi di euro (+10,4%). L’utile è di 596 milioni di euro e sconta oneri netti non ricorrenti per oltre 170 milioni mentre, viceversa, il primo semestre 2016 beneficiava della valutazione al fair value dell’opzione implicita inclusa nel prestito obbligazionario a conversione obbligatoria.
In particolare nel secondo trimestre Tim “conferma pienamente i positivi trend che hanno caratterizzato anche i quattro trimestri precedenti con ricavi consolidati a 5 miliardi (+6,4%), ricavi domestici in crescita del 4% in accelerazione rispetto ai trimestri precedenti (primo trimestre 2017 +2,8%, quarto trimestre 2016 +2,5%, terzo trimestre +1,0%, secondo trimestre -1,2%, primo trimestre -2,3%). Ebitda a 2,1 miliardi (+5,5%) ed Ebit a 1 miliardo (+2,3%)”.
Tornando all’intero periodo gli investimenti industriali del primo semestre 2017 sono pari a 2.056 milioni di euro, aumentano di 73 milioni di euro rispetto al primo semestre 2016. In particolare la Business Unit Domestic presenta investimenti pari a 1.626 milioni di euro in aumento di 51 milioni di euro rispetto al primo semestre 2016; tale incremento è imputabile principalmente alla componente innovativa (+266 milioni di euro rispetto al primo semestre 2016) e riflette, precisa la nota, l’accelerazione negli investimenti dedicati allo sviluppo di reti e servizi di nuova generazione e la flessione registrata nelle altre tipologie di investimento. Il flusso di cassa della gestione operativa di Gruppo è positivo per 958 milioni di euro (positivo per 671 milioni di euro nel primo semestre 2016). L’Indebitamento Finanziario Netto rettificato ammonta a 25.104 milioni di euro al 30 giugno 2017, in riduzione di 15 milioni di euro rispetto al 31 dicembre 2016 (25.119 milioni di euro)
“Lascio un’azienda migliore di come l’ho trovata, come testimoniano i risultati, con un management più forte e consapevole delle proprie possibilità e grazie a un lavoro di efficienza e di cambio culturale che ha portato Tim non solo a raggiungere importanti risultati finanziari, ma anche industriali, in termini di investimenti e di lanci di nuovi prodotti, e di cui è testimonianza l’importante crescita del fatturato”, ha commentato l’ad uscente Flavio Cattaneo, tracciando un bilancio del suo mandato, in cui si è registrato “un miglioramento di 1,3 miliardi di euro dell’ebitda dal primo trimestre 2016, una crescita di didi oltre 9 punti percentuali del fatturato di gruppo e la riduzione del debito di 2,4 miliardi negli ultimi 12 mesi”.
“I risultati del primo semestre costituiscono una solida base per la seconda fase del piano di rilancio di TIM che darà soddisfazioni a tutti gli stakeholder del Gruppo. TIM proseguirà negli investimenti sulle infrastrutture e nello sviluppo di servizi convergenti e consoliderà ulteriormente la sua leadership tecnologica” ha invece sottolineato il Presidente Esecutivo Arnaud de Puyfontaine.
Tornando alla scelta del nuovo ceo, stando a quanto riporta l’agenzia Ansa, il Comitato Nomine e Remunerazione avrebbe dato mandato a Egon Zehnder di selezionare una rosa di candidati per trovare alla fine un amministratore delegato italiano. Amos Genish, gradito a Vivendi che ne avrebbe voluto fare il capo azienda, è ancora vincolato dal patto di non concorrenza sul Brasile firmato con Telefonica quando il 1 gennaio 2017 ha lasciato la guida di Vivo per approdare il 4 gennaio a Parigi per sovrintendere la strategia di convergenza del gruppo tra contenuti, piattaforme e distribuzione. Per lui dunque si delinea per ora solo il ruolo di direttore generale, che Cattaneo lascerà lunedì 31 luglio.