Wall Street, ecco come Trump cambierà la borsa di New York
Nel mirino del presidente eletto vi sarebbero le norme sulle banche, la Dodd-Frank che regola le tutele dei consumatori, e la Fiduciary Rule
L’arrivo a gennaio del “ciclone Trump” alla Casa Bianca come successore di Barack Obama e la contemporanea tenuta della maggioranza sia alla Camera dei rappresentanti sia al Senato da parte del partito Repubblicano potrebbe per la prima volta da anni tradurre in realtà l’agenda del “Grand old party”, cominciando dalla modifica della legge Dodd-Frank sulla riforma di Wall Street e la protezione dei consumatori, ma anche lasciar decadere o bloccare altri provvedimenti regolamentari varati da Obama tramite decreti presidenziali, al fine di alleggerire il carico di norme a cui le aziende americane devono sottostare, in particolare per quanto riguarda i rapporti di lavoro.
A ben guardare, tuttavia, lo smantellamento della Dodd-Frank è almeno in parte già nei fatti e se è vero che i mercati apprezzerebbero una revisione che porti a una minore regolamentazione in particolare per quanto riguarda la protezione dei consumatori, l’abrogazione in toto della legge potrebbe attirare l’attenzione di alcuni dei “cani da guardia” di Wall Street, come la senatrice Democratica Elizabeth Warren, ma anche il senatore Repubblicano Maxine Waters. Al Senato la maggioranza Repubblicana si è del resto assottigliata di un seggio ed ora è davvero molto risicata (appena 5 voti) e Trump dovrà agire con una certa cautela per non inimicarsi il voto dei Repubblicani (e dei Democratici) più moderati.
Potrebbe così decidere di appoggiare la revisione del testo del 2010 proposta (come Financial Choice Act) dal deputato Repubblicano texano Jeb Hensarling, presidente del comitato sui servizi finanziari della Camera, orientata ad una maggiore deregolamentazione. In particolare la proposta di Hensarling ruota attorno a un compromesso: le banche potrebbero non dover più sottostare a una serie di norme (ad esempio gli stress test annui), a patto di mantenere un capitale pari ad almeno il 10% del totale degli asset e fornire collaborazione alle valutazioni dell’organo di vigilanza, cosa che potrebbe far felici le piccole banche a livello locale, in America tendenzialmente più capitalizzate delle grandi banche, con livelli di capitale inferiori ma una maggiore diversificazione delle proprie attività in ambiti finanziari.