Economia
"Wealth management, ritorno del 15%". Generali, Nagel vende solo se...

Un valore di carico a 15,88 euro, superato oltre tre mesi fa, il 10 giugno. Oggi, un'azione delle Assicurazioni Generali quota ben 2,52 euro sopra la soglia iscritta a bilancio in Piazzetta Cuccia, prezzo che consentirebbe a Mediobanca di incassare una lauta plusvalenza nel caso decidesse di mettere sul mercato la sua quota del 13,4% nel capitale delle compagnia triestina. Eppure, diversamente da quanto previsto dall’ultimo piano industriale e di quanto gli ha chiesto il secondo azionista Leonardo Del Vecchio (che ha superato Vincent Bolloré e resta dietro all'8,8% di UniCredit), Alberto Nagel non vende.
Il perché lo ha spiegato oggi lo stesso amministratore delegato della merchant bank nel corso dell’assemblea chiamata ad approvare il bilancio (chiuso il 30 giugno 2019) e le politiche sulle performance shares e sulla remunerazione, un appuntamento a cui ha partecipato Romolo Bardin, amministratore delegato di Delfin, la holding di Mr Luxottica che in settembre ha annunciato a sorpresa di essere entrata nel capitale di Piazzetta Cuccia con una quota del 6,94%, percentuale oggi ritoccata al 7,52.
“Mediobanca aveva approvato un piano con la vendita del 3% delle Generali che prevedeva un certo sviluppo del capitale. E quel che è successo dopo è che siamo andati meglio. Quindi l’esigenza di mantenere gli indici di bilancio in buono stato é venuta meno”, ha spiegato ad un azionista Nagel interrogato sulla mancata discesa nel Leone.
“Inoltre, sono cambiate norme a livello europeo", ha aggiunto il banchiere riferendosi al cosiddetto danish compromise, norma regolamentara ora modificata che “ci da tempo fino a fine 2024 per dedurre la partecipazione in Generali dal patrimonio di Mediobanca”.
Oltre alle questioni strettamente contabili, poi, ci sono anche considerazioni finanziarie da fare sull’allocazione ottimale del capitale e del suo rendimento, visto che l’investimento nel Leone, ha specificato il banchiere di Piazzetta cuccia, “restituisce al gruppo il 15%. Il che è molto redditizio”. Parole che, fuori dai denti, significano che se Nagel venderà, lo farà soltanto se troverà un investimento alternativo che ogni anno gli rende il 15%. Il che, in questo scenario di tassi d'interesse e con questa congiuntura, non è proprio un gioco da ragazzi. Anzi.
Oltretutto per Nagel, che da Delfin ha incassato il voto favorevole sul bilancio e l’astensione sull’azione di responsabilità richiesta da un piccolo socio sulla vicenda Ieo, le risorse eventualmente provenienti dalla cessione totale o parziale della quota della compagnia triestina non andrebbero destinate alla crescita dimensionale nelle attività core (corporate&investment banking), ma nel wealth management. Un'altra diversità di vedute, dunque, con Del Vecchio.
In questi anni, ha proseguito infatti il Ceo di Mediobanca, "abbiamo fatto investimenti nel wealth management, Cib e consumer. Se possiamo concludere un'operazione di M&A usando capitale di Generali, che al momento non è in programma, lo faremo”, ma “c’è un'attività su cui puntiamo di più ed è il wealth management dove siamo entrati solo 5 anni fa”.
Insomma, come fatto capire la scorsa settimana presentando la trimestrale, Nagel tira dritto sul Leone anche perché “l’osservazione” fatta da Del Vecchio che Mediobanca sia troppo dipendente dalle Generali “aveva senso 10 anni fa, ma non oggi. Dal 2005, il nostro gruppo è cresciuto talmente tanto nelle altre componenti che la componente Generali è andata diluendosi e la nostra dipendenza è venuta molto meno rispetto al passato”. La partecipazione nella compagnia di piazza Duca degli Abruzzi, ha proseguito Nagel, 10 anni va valeva il 25% dei ricavi di Mediobanca, “oggi la metà” di questa quota, il 12%. Quindi, oltre a trovare un investimento alternativo che gli rende il 15%, il banchiere venderà solo se questo nuovo impiego arriverà dal settore del wealth management.
La palla ora è a Del Vecchio che sicuramente, dice chi lo conosce bene, come prima cosa salità oltre alla quota in mano a UniCredit per diventare primo azionista.
@andreadeugeni